Buongiorno signore, buongiorno signori.
Ieri papà si è ricoverato all'INT, questo perché non era il caso di indugiare ancora. Invece, magia delle magie, arrivati lì ci propongono l'adesione ad un protocollo sperimentale
Avastin (Bevazicumab) + interferone contro Avastin + Rad 001 (everolimus).
Ve la faccio breve: per aderire al protocollo gli esami fatti da noi dovevano essere rifatti tutti e la terapia sarebbe iniziata tra circa 20 giorni, da eseguire sempre presso loro, etc. etc. Il tipo di protocollo è randomizzato (a caso viene stabilito che il paziente faccia uno dei due medicinali a confronto) a doppio braccio (o l'uno o l'altro) cieco (a quale medicinale si è sottoposto non lo sa ne il paziente ne il medico).
altra notizia: La dottoressa con cui mi hanno fatto parlare, a mia specifica domanda, ha detto che i protocolli hanno più o meno una sequenza stabilita nel senso che facendo Avastin + interferone Alfa 2a, in caso di fallimento potrebbe fare Sutent,
Nexavar, Rad... Se facesse prima il Sutent non potrebbe poi fare Avastin + interferone!
Ci sono cose che capisco altre no, non polemizzo ma credo che avrò bisogno di capire cosa si può fare per cambiare un po' le cose. Cacchio, chiamo Pannella, è vero!!!
terza notizia : Ho chiamato Meldola, il dottore mi ha detto che chi si occupa della terapia, del quale mi ha dato nome e recapito, dice che solitamente loro effettuano questa terapia non in concomitanza con altre e quando le altre si sono rilevate inadeguate. Oggi chiamo e verifico meglio poi vi dico.
La scelta: abbiamo scelto terapia Standard, ossia Avastin + interferone Alfa 2a, per avere una possibilità in più... speriamo bene.
A Sisi e a chi soffre in silenzio: Vorrei poter abbracciare tutti quelli che hanno sentito la terra mancare sotto i loro piedi, tutti quelli che hanno tenuto per mano i loro cari che non ce l'hanno fatta. Vado avanti e ricomincio a scrivere e a lottare, ma qui nessuno fa finta di niente..., non si lasciano le persone in terra spostandosi un po'. Qui non esiste indifferenza, l'ho sentito fortemente leggendo migliaia di messaggi condivisi. Esiste il desiderio di lottare, di credere nella possibilità che anche il condividere l'esperienza ed il dolore può dare. E lo si fa per tutti, per chi ne ha bisogno, per chi ci ha provato, per far si che la loro non sia mai una vera sconfitta, perché la vittoria di uno possa essere la vittoria di tutti. Qui, lo sai, NON SIAMO COSI' SOLI...
con affetto, Domenico.