Innanzitutto, credo che vadano fatte un paio di considerazioni che ci aiutano a capire la falsità delle teorie sul signoraggio:
1)Se, come si vedrà fra poco, tutto il denaro prestato dalle banche viene creato dal nulla, non dovremmo avere un’inflazione da paura?
Voglio dire, ogni anno le banche fanno prestiti ed investimenti per centinaia di miliardi di euro!
Se una quantità così grande di denaro venisse stampata ogni anno dal nulla e messa in circolo, chiunque capisce che si avrebbero una svalutazione e un’inflazione enormi.
L'aumento della moneta non è la causa dell'inflazione ma è la coseguenza dell'inflazione
2)Se le banche fanno dei profitti così giganteschi e strabilianti, possibile che in tutto il mondo e in tutto questo tempo nessuno li abbia visti e toccati con mano?
Certamente è vero che molte banche fanno affari d’oro, ma non certo nelle proporzioni millantate da chi sostiene l’esistenza del signoraggio.
Il problema non sta nei profitti delle banche, ma nel debito che esse generano nel momento in cui prestano il denaro
Comunque, se può interessare, forse è utile andare a vedere come funzionano davvero le cose:
La tesi centrale su cui ruota il discorso sul signoraggio è che tutto il denaro in circolazione è stato emesso coi prestiti delle banche, le quali hanno creato dal nulla questo denaro per poi prestarlo.
Se ci si riferisce alle normali banche, questo meccanismo viene talvolta definito “signoraggio secondario”, e consentirebbe alle banche di fare profitti enormi grazie agli interessi pagati dalla gente su del denaro creato dal nulla.
Ebbene, TUTTO QUESTO E’ FALSO.
Innanzitutto, perché la creazione di denaro come viene comunemente intesa spetta solo alle banche centrali, e anche perché la creazione di nuove banconote non avviene solo con i prestiti, ma anche con altri meccanismi che vedremo in seguito.
Ma il vero punto della questione è che le banche, quando prestano denaro, non lo creano dal nulla, ma usano semplicemente i soldi depositati dai risparmiatori.
Questo non è vero: le banche commerciali, quando prestano denaro, lo creano dal nulla, indebitando (anche con gli interessi calcolati sul capitale prestato) i loro clienti. Con un semplice clic di un mouse su di un computer creano denaro che poi deve essere restuito con gli interessi
Non tutti questi soldi, però: Una piccola frazione di questi depositi rimane infatti nelle casse delle banche come “riserva frazionaria”, in quanto si tratta di soldi che servono per far fronte ai prelievi dei correntisti.
In realtà, le banche in un certo senso “creano” denaro, ma in modo molto diverso rispetto a quello descritto dai sostenitori del signoraggio.
Mettiamo che io abbia 100 euro: la quantità di denaro in circolo ora è quindi di 100 euro.
Se vado a depositarli in banca in un conto corrente, succede che la banca ne tiene in cassa 5 come riserva frazionaria (quella di cui si è parlato prima), e gli altri 95 li presta e li investe.
Però io nel mio conto corrente avrò sempre 100 euro, che potrò utilizzare con gli assegni, la carta di credito ecc… e dal momento che anche questi sono considerati denaro( è un denaro “virtuale”), a questo punto la quantità di denaro in circolo sarà 95(il denaro depositato che la banca ha prestato)+100(i soldi che ho sul conto corrente e che posso comunque utilizzare)=195.
Quindi prima c’erano solo i miei 100 euro in circolo, mentre adesso ce ne sono 195!
Però si capisce bene che la banca non ha creato denaro in più dal nulla per intascarselo, in quanto il denaro “creato” è quello che usiamo tutti noi tramite i nostri conti correnti.
Il meccanismo descritto è corretto e dimostra esattamente il contrario di quello che sostieni: i 95 euro dell'esempio che tu fai sono denaro virtuale creato dal nulla sulla base di un semplice meccanismo contabile, non sono soldi guadagnati col lavoro: sono soldi che la banca ha prestato e che la banca rivuole indietro con gli interessi. Le persone che non hanno possibilità di creare denaro, se non con il lavoro, si ritrovano così a lavorare non per arricchire (termine molto generico) la collettività, ma per pagare i debiti contratti con le banche. In questo modo l'economia è falsata dal debito e il valore/costo dei beni e dei servizi prodotti è fortemente condizionato dall'emissione, dal nulla, di denaro a debito.
Dobbiamo metterci in testa una volta per tutte che ciò che ha valore non è il denaro ma il lavoro. Il denaro serve a misurare il valore del bene o servizio prodotto col lavoro e serve a facilitare gli scambi commerciali, ma NON E' un valore in sé; è il simbolo di un valore.
E allora cosa facciamo, togliamo alla gente i soldi dal suo conto corrente?
Anche le cose che si dicono sul “moltiplicatore” sono completamente travisate:
Il moltiplicatore sta semplicemente nel fatto che il meccanismo descritto sopra si può replicare, in quanto quei 95 euro in più (non importa se in forma di banconote o in forma “virtuale”) possono a loro volta essere depositati in banca dalla persona che li ha in mano, ripetendo il meccanismo sopra descritto.
Il moltiplicatore pertanto dipenderà dall’entità della riserva frazionaria e delle altre riserve degli operatori economici, in quanto queste fanno da “freno” al meccanismo (prima si aveva 100, poi l’aumento è stato di 95, poi potrà essere al massimo di 90,25, ecc…).
In realtà il freno non vale granchè visti i risultati, ma in alcuni casi le banche vanno anche ad intaccare la riserva
Appurata l’inesistenza del cosiddetto “signoraggio secondario”, esaminiamo ora quello “primario”, di cui sarebbero responsabili le banche centrali.
E’ qui che si dice che le banche centrali intascano la differenza tra il valore nominale delle banconote e il costo della loro stampa.
Per dimostrare che è cosa non vera, forse è meglio partire dalla domanda che molti si pongono:
Da dove vengono le banconote che usiamo?
Anche qui, le banconote non vengono stampate dal nulla e poi spese dai banchieri per i loro acquisti, ma vengono emesse con un altro meccanismo:
Una volta stampate, vengono semplicemente usate dalla banca centrale per comprare oro, denaro estero o titoli di stato.
Errato: la banca centrale non compra niente con i soldi che stampa, ma presta questo denaro a fronte dell'emissione di titoli di debito pubblico
Così, si diminuisce la quantità di questi tre oggetti in circolazione, mentre si incrementa la quantità di denaro nel sistema.
Ma l’oro, la moneta straniera e i titoli di stato così comprati non vengono a loro volta spesi e dilapidati come ricchezze di proprietà della banca centrale, perché vengono semplicemente tenuti in cassaforte, quindi è come se “non ci fossero”!
E perché li si tiene lì?
Perché può succedere che la banca centrale, in base alle esigenze del sistema economico, decida di fare l’inverso, cioè di ritirare banconote dal mercato.
E allora che fa?
Fa l’opposto dell’operazione di prima: vende l’oro, il denaro straniero e i titoli di stato che aveva in cassa in cambio di denaro, che verrà a sua volta messo in cassa (e non speso per arricchire qualcuno).
E così via in un ciclo continuo.
Per ovvie ragioni, al giorno d’oggi queste operazioni avvengono quasi sempre coi soli titoli di Stato, e si dicono “operazioni di mercato aperto”.
In alcuni casi, la banca centrale effettivamente presta le banconote create a chi gli vende i titoli di Stato ad un certo tasso di interesse (il famoso tasso di riferimento della BCE di cui si parla spesso alin tv o sui giornali).
Qui c'è un po' di confusione: se presta le banconote allo stato, lo stato non vende i titoli. Non ha senso dire che io presto del denaro a qualcuno che, a fronte di quel prestito, mi vende un bene. Casomai ha senso dire che io presto del denaro a qualcuno, il quale mi dà una cambiale dove c'è scritto che, dopo un anno, lui mi restituisce il capitale più gli interessi.
Insomma, se la banca centrale decide di immettere nuove banconote sul mercato, va dalle banche normali o da altri soggetti, gli cede o gli presta queste banconote create ad un certo tasso di interesse, ed in cambio riceve dei titoli.
Gliele cede o gliele presta?. Sono 2 cose molto diverse
Però si capisce bene che i profitti che derivano da questo tasso di interesse sono molto, molto inferiori della differenza tra il valore nominale delle banconote e il costo della loro stampa.
Si capisce da cosa?
Se si va a vedere i bilanci della Banca d’Italia, si vede che gli utili netti da “signoraggio” ammontano al massimo ad alcune decine di milioni di euro (che per un paese come il nostro sono davvero un cosa esigua).
Ah bè è chiaro che se io alloco al passivo i soldi che presto, allora il reddito da signoraggio scompare quasi del tutto. Il fatto è che la banca alloca al passivo le banconote che presta al loro valore facciale e non al loro valore intrinseco: tutto il problema nasce da lì.
Inoltre, anche la gran parte di questi soldi non viene intascata dai proprietari della banca centrale, ma viene spesso lasciati lì come riserva per fronteggiare le evenienze future.
E non solo: molte di queste operazioni di mercato aperto sono “a termine”, il che vuol dire che questi titoli che la banca centrale compra sul mercato rimangano nelle sue casse per un periodo limitato e prestabilito, poi vengono restituiti al proprietario iniziale (in cambio della restituzione dei soldi da parte di quest’ultimo, ovviamente).
In cambio della restituzione dei soldi (più gli interessi che non sono stampati) che la banca ha creato dal nulla a costo irrisorio e che tutti noi invece abbiamo dovuto guadagnare lavorando e pagando le tasse.
Come la mettiamo?
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