Cari amici, buona giornata a tutti!!! Giovedì è iniziata la fiera/sagra in questa splendida cittadina della bassa padovana. È una fiera molto antica che risale ai primi del ‘600. Complici le splendide giornate e il mio attuale stato di grazia fisica, le mie giornate sono piene come un uovo. Tra giri in bici, fiera, mercati, performance culinarie e balli serali/notturni sono impegnato dalla mattina a notte fonda. Tutto imperniato sul motto per me sempre valido ed imperante del “carpe diem” in quanto del “doman non v’è certezza”. Nonostante tutto ho letto le varie pagine che le nostre care amiche hanno scritto e, in principal modo, mi ha colpito quella di
Isa. Pensavo che tu fossi una “scellerata” ottimista come me ma, leggendo l’amorevole prenecrologio del caro Don Abbondio (scusa ma non sapendo il suo nome l’ho sempre familiarmente chiamato così), forse mi sono sbagliato. Capisco il periodo di sconforto che tu stai attraversando in questo momento, il ricovero, l’aggravarsi della malattia ecc. non aiutano certo a tenere su il morale ma non per questo devi prepararti l’abito nero ed organizzare la veglia prima del tempo. Tra le altre pagine del forum ho letto anche di momenti di sconforto che qualcuna/o sta attraversando. Ovviamente non condivido i riferimenti alla sorte di Ted Kennedy o le frasi ironiche “il prossimo sarò io” ecc. Non fa parte del mio DNA essere negativo e pessimista, per me il bicchiere è sempre mezzo pieno e la vita merita di essere vissuta fintanto che si è lucidi, coscienti e non allo stato vegetale. Riflettendo su questo mi è venuto in mente un mito dell’antica Grecia: quello di Prometeo (colui che riflette prima). Al tempo degli Dei gli uomini erano immortali, non erano intelligenti e non avevano memoria. Prometeo rimediò dando loro l’intelligenza e la memoria; insegnò loro anche come cibarsi della carne degli animali sacrificati agli dei e per questo Zeus li punì togliendo loro l’immortalità e rendendoli coscienti della loro condizione fino all’ultimo istante di vita nonché togliendo loro il fuoco (segno di ingegno e vita stessa). Prometeo rubò il fuoco dal carro divino e lo donò di nascosto agli uomini. Vedendoli disperati per la loro condizione di mortalità donò loro anche l’oblio del momento della morte. Da quel giorno gli uomini non conoscono più il loro giorno di morte e possono vivere tranquillamente fino all’ultimo momento la loro vita. Per finire questo mito, la cognata di Prometeo, Pandora (molto bella ma tanto stupida) moglie di Epimeteo (colui che riflette dopo) fratello di Prometeo, aprì il famoso vaso in cui Prometeo aveva rinchiuso i mali della terra e la sola Speranza rimase ben custodita dentro il vaso. Da allora è la sola che non ci affligge, anzi ci dà forza per continuare a vivere. Cosa ho voluto dire con questa favoletta (molto succinta a dire il vero) lo lascio alla libera interpretazione di ognuno di voi, non aggiungo commenti. Un altro giorno, per chi non ancora lo conosce, racconterò il mito del buon Chirone che nonostante tutto mi affascina tanto.
Ora vi lascio con qualche precisazione:
la finestra ossea da refertare in sede tac DEVE essere inserita nella prescrizione medica, quindi può prescriverla anche il medico di famiglia sulla normale ricetta rossa quando prescrive la tac stessa;
il sutent è un farmaco inibitore della protein-chinasi, cioè blocca la formazione di alcuni enzimi che si trovano nelle cellule tumorali che ne regolano la crescita e la diffusione. In poche parole affama le cellule e, nei migliori casi, le fa morire di fame. Ovviamente NON ci sarà mai la guarigione completa perché le cellule tumorali vengono completamente distrutte solo dal nostro sistema immunitario (come qualsiasi altro corpo estraneo). Se dovessero sparire tutte le metastasi la cura DEVE essere continuate per evitare che si ripresentino. A dosi ridotte certo, ma deve continuare, salvo diverso parere dell’
oncologo che potrebbe prescrivere una cura a base di immunoterapia (interferone+interleuchine).
Ciao a tutti da Franco