Ciao a tutti gli Amici che combattono contro un comune "nemico".
Mi chiamo nunzio, sono di Pozzuoli in provincia di Napoli, ma vivo ormai da 7 anni in Grecia. Potete sicuramente immagginare cosa mi ha fatto conoscere questo forum. Cercavo informazioni su sunitinib o sutent. Vi spiego. Spero di non scocciarvi con questo racconto.
Aprile 2009, mio padre (64 anni) va a fare un ecografia ai testicoli, cosa che fa' una volta all'anno perche' in passato a fatto un intervento. Il dottore che lo cura, quest'anno gli dice "facciamo anche qualche controllo in piu' cosi' da stare tranquilli?" mio padre accetta.
Da una ecografia all'addome si riesce ad intravedere un qualcosa di anomalo al rene sx. Ulteriori indagini confermano carcinoma renale. Dopo Tac e altri esami si riscontra, menomale, che non ci sono metastasi. Il consiglio che gli viene dato e' intervenire immediatamente con intervento chirurgico.
1 giugno 2009 viene effetuata una nefrectomia.
Risultati esame istologico: "..... si reperta area nodulare di cm 7 di aspetto variegato sede di diffuse aree emorragiche.
Uretere di cm 3.
Si repertano, inoltre alcuni frammenti di aspetto fibroadiposo, che posti su un piano, misurano cm 3,5x3 in cui si riconosce parenchima surrenale(A)
Il quadro morfologico mostra un carcinoma a cellule renali (cellule eosinofile) di alto grado(G3) infiltrante la capsula renale e focalmente il grasso perimetrale. Surrene, uretere e vasi ilari liberi da neoplasia. Stato patologico pT3a G3 Nx."
Da tutto cio' capisco (e spero di aver capito bene) che il tipo di tumore G3 e' piuttosto aggressivo, ma sembrerebbe circoscritto al rene.(vi prego correggetemi se sbaglio).
Succesivamente viene indirizzato da un'
oncologo all'ospedale Cardarelli di Napoli. ADESSO VIENE QUELLO CHE MI PREOCCUPA DI PIU'.
E CHIEDO IL VOSTRO PARERE.
Gli viene chiesto di prendere parte ad uno studio, "S-TRAC" studio di fase 3 randomizzato in doppio cieco con sunitinib in adiuvante verso placebo nel trattamento di pazienti con adenocarcinoma renale ad alto rischio di recidiva.
Tra le altre cose nelle pagine del consenso si legge: "Lei ricevera' o il sunitinib o il placebo.Il placebo e' una pillola contenente una sostanza inerte.Lei ha il 50% di probabilita' di ricevere sunitinib."
LE MIE SCOPERTE: 1) studio in doppio cieco significa che ne' il paziente ne' il dottore con cui ha contatti conoscono se prende il sunitinib o placebo.
2) il placebo in pratica e' un po' di polverina, che non ti fara' ne' bene ne' male, in una capsula.
a cosa serve? a vedere se un paziente, che pensa di fare una cura con un eccezionale farmaco , avra' dei risultati benefici sulla sua malattia.
in pratica il paziente psicologicamente si sente curato nel migliore dei modi e questo dovrebbe portare risultati positivi al problema che ha.
Adesso mio padre a completato il primo ciclo di 4 settimane con la pillola e si ferma per due settimane, e non ha riscontrato nessun effetto collaterale. cosa che mi fa' pensare che le pillole che prende sono placebo cioe' un bel niente.
Se le mie deduzioni sono giuste, la domanda e': gli danno il placebo perche' non ha metastasi?
e chiedo a voi:il sunitinib viene dato anche a pazienti che non hanno al momento metastasi, ma che sono a richio?
cosa fare??????????
In tutto questo mio padre e tutta la mia famiglia non sanno niente di quello che so' io, e non ho intenzione di dirglielo per adesso.
quello che sto pensando e' di contattare il dottore che si occupa di mio padre o ancora meglio di andare a parlargli da vicino.
vi prego se avete qualche informazione, o riflessione che io non ho fatto, qualsiasi cosa vi sembra strana o curiosa, ditemi.
nel frattempo ciao e "buonalotta" a tutti. Buonanotte