La pubblicità è, appunto, una pubblicità, non un prodotto artistico. Il protagonista non è il regista, bensì il prodotto pubblicizzato. Deve essere il più chiara possibile nella sua "esposizione" e questa chiarezza verrebbe meno con un aspetto più cinematografico, fatto cioè delle varie indicazioni tecniche: il nome del regista e, perché no, tutti gli altri nomi di chi ha collaborato. Se queste liste andassero a fine pubblicità non sarebbe possibile (questioni di tempi televisivi), se andassero durante la pubblicità il cliente ne sarebbe distratto (prova a pensare a quando, per una pubblicità molto simile ad un cortometraggio come dici tu, compare la scritta "pubblicità"... pensa a quanto quella piccola scritta, il più piccola e meno invasiva possibile, distrae. Vuoi per la ricchezza della fotografia vuoi per il formato scelto, si rischierebbe di confondere la pubblicità per un film).
Detto questo, è evidente che col tempo la pubblicità si è evoluta con un occhio all'aspetto "artistico", da intendersi, strettamente collegato agli studi del marketing, come più bello è, migliore figura farà il prodotto pubblicizzato. Oltre a questo il campo è stato utilizzato dagli esperti del lavoro per sperimentazioni e chi del settore è stato premiato in rassegne e festival specializzati (penso su tutti a Scott che poi è approdato al cinema).
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