View Single Post
  #1 (permalink)  
Vecchio 11-14-2007, 10:46 PM
Mov. Libero Mov. Libero non è in linea
Junior Member
 
Registrato dal: Oct 2007
Messaggi: 23
predefinito Serve Un'europa Diversa:davvero Democratica, Libera E Trasparente!

Premesso che :
• I governi europei, specialmente quelli dei Paesi fondatori della Comunità Europea tra cui figura l’Italia, hanno voluto sviluppare, a partire dalla firma dei Trattati di Roma siglati il 25 marzo 1957, un progetto comune che sta gradualmente portando ad un’unione politica tra i rispettivi Stati nazionali su una base di Stato federale europeo;

• Le politiche comuni, sia di tipo settoriale (come quella agricola e carbosiderurgica disciplinate dal Trattato CECA del 1952), sia quelle di carattere orizzontale, come l’unione doganale e la politica di concorrenza, sono state via via ampliate, attraverso gli accordi di Schengen del 1985 e il trattato di Maastricht del 1992, con il passaggio da una Comunità ad un’Unione Europea, fino all’introduzione della moneta unica, l’istituzione di una Banca Centrale europea e il perseguimento di una politica monetaria sovranazionale;
• Per quei Paesi UE (Italia compresa), che hanno aderito incondizionatamente ai suddetti accordi e trattato, nonché all’Unione Monetaria Europea, ne è conseguito: a) lo spostamento sempre più evidente del centro decisionale dalle rispettive capitali nazionali a quelle “comuni” (Bruxelles, Lussemburgo, Strasburgo); b) una sovranità economica che è ormai quasi totalmente di competenza delle istituzioni europee, anziché dei governi e parlamenti nazionali; c) l’ulteriore rafforzamento di istituzioni comuni europee che ai Cittadini non è ancora consentito di eleggere democraticamente, Consiglio e Commissione in primis;
• Il Trattato di Riforma Europea, approvato dai capi di governo a Lisbona lo scorso ottobre, sotto la Presidenza di turno portoghese, segna nuovi passi in direzione di un ulteriore passaggio di competenze dagli Stati nazionali alle istituzioni comuni europee nei settori della politica estera e di sicurezza comune, oltre che negli affari interni, giustizia, politica dell’immigrazione e diritti dei Cittadini;
• Le decisioni prese a livello europeo, incidono, giocoforza, sempre di più sulla vita dei Cittadini europei, compresi noi italiani; • Visto che una delle conseguenza più gravi dell’omologazione e centralismo dell’Unione Europea è e sarà l’aumento macroscopico delle rigidità di gran parte delle strutture sociali, economiche e politiche, nonchè della loro gestione burocratica;
• Qualsiasi processo d’integrazione europea, se davvero finalizzato alla pacifica e prospera fratellanza tra i popoli, dovrebbe, sempre e comunque, prevedere la piena partecipazione dei popoli e che questi ultimi, semmai, dovrebbero decidere il proprio comune destino, non i tecnocrati dell’Unione Europea;
• E' consuetudine comune a gran parte delle classi politiche dei suddetti Paesi fondatori, Italia compresa, ritenere che un’Unione Europea su base federale sia già un fatto compiuto nella sostanza, cui occorra solo aggiornare la forma attraverso la trasformazione dei suddetti Trattati in una vera e propria Costituzione Europea, peraltro invisa a una gran parte dei Cittadini ed elettori europei, stando ad accreditati e recenti sondaggi di opinione;
• In Italia, l’ultimo e unico referendum consultivo concernente l’Europa, si è tenuto la bellezza di 18 anni fa; • Considerato che, a dispetto del decantato Europeismo italico, nella Costituzione italiana, non soltanto non è presente nessun parlamento e nessuna bandiera sovranazionale, ma addirittura in tutto il suo testo non esiste la parola Europa;
• In Italia, non si è, in realtà, mai discusso approfonditamente degli scopi reali dell’unione Europea, tanto meno di presunti e accertati casi di frode, nepotismo e cattiva gestione all’interno delle istituzioni comuni europee, a causa di una sistematica censura attuata per precisa e concorde volontà dei politici del sistema partitocratrico italiano e di numerose lobbies presenti a Bruxelles

Tutto ciò premesso, ritengo che il Governo e Parlamento di Roma dovrebbero individuare la strada normativamente e tecnicamente percorribile per consentire al Popolo Italiano di esprimersi sul suddetto Trattato di Riforma Europea di Lisbona.
Bisognerebbe sostenere questa esigenza di partecipazione popolare alla costruzione di un’Unione Europa diversa: davvero democratica, libera e trasparente.
Rispondi quotando