Yu Changwu, da tempo a capo della protesta dei contadini della regione settentrionale dello Heilongjiang, è stato condannato a due anni di lavori forzati per aver parlato con alcuni reporter. Aveva creduto alle autorità quando dichiaravano che, con le Olimpiadi, tutto sarebbe cambiato, che avrebbe potuto incontrare i giornalisti in piena libertà. Ne aveva perciò incontrato un gruppo per spiegare perché 40mila contadini chiedevano la proprietà della terra da loro coltivata. Non aveva capito che i giornalisti stranieri hanno libertà di fare domande a chiunque in Cina, mentre gli intervistati non hanno il diritto di rispondere. E se non basta, “domiciliari” per tutti. Hu Jia, blogger e difensore dei diritti dell’uomo, è stato arrestato con l’accusa di “sovvertimento del potere dello Stato”. Quando i legali di Wang Deija e della sua compagna (agli arresti domiciliari, ovviamente) sono riusciti a entrare nella loro casa sono stati chiusi dentro anche loro. Molti sono gli avvocati e gli attivisti che sono stati imprigionati senza processo. Guo Feixiong, ad esempio, è stato arrestato per aver denunciato episodi di corruzione tra i funzionari del partito comunista. La marcia di avvicinamento alle Olimpiadi di agosto già conta la chiusura di mille siti internet, l’isolamento per centinaia di attivisti e quasi 50mila scontri di piazza. I servizi segreti cinesi hanno compilato la lista di organizzazioni straniere da controllare durante le Olimpiadi. La Cina, infatti, teme l’arrivo di contestatori, di ecologisti, di filo tibetani, pronti a sfruttare i mezzi di comunicazione a loro disposizione. E, allora, il ministro della Pubblica sicurezza Zhou Yongkang ha ordinato alla polizia “di colpire sodo qualunque forza ostile possa in qualunque modo turbare i Giochi”.
Ottimo esempio di un regime che sa gestire i suoi figli !!!!
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Ottimo sito di denuncia