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Originariamente inviata da benedetto
Io penso che la diversità spaventi, perché ci costringe a cambiare metro di misura. Ci riconosciamo nei gruppi che hanno in comune qualcosa con noi, siano essi parenti, amici o conoscenti. Tutto ciò che esula dal nostro modo di pensare (che consideriamo normale) è per noi un problema. Così, chi è omosessuale considererà normale tale situazione a differenza di chi non lo è. Idem per il colore della pelle, per le situazioni di disabilità, ecc....
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Sono d'accordo.
"Razzismo" per me significa però considerare inferiore una persona solo per la sua appartenza ad un gruppo etnico; per gli omosessuali parlerei di discriminazione sessuale, paragonabile a quella che ancora purtroppo avviene, specie sul lavoro, verso le donne.
Mi viene in mente la canzone di Gaber che dice "un'idea, finchè resta un'idea è soltanto un'astrazione...se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione" , e a questo associo un altro pensiero: a parole è facile essere progressisti, aperti, e democratici, ma poi nei fatti ci si scontra talvolta con dei pregiudizi radicati e duri a morire....
Ammetto però candidamente che qualche imbarazzo lo proverei se dovessi avere un collega gay, o se scoprissi che una persona che conosco è gay/lesbica..