Franco,Isa,Daniela grazie per avermi dedicato del vostro tempo.
Il mio cuore dal 18 agosto,giorno della Tac, mi dice di essere completamente sincera con mamma. Mi padre ed altri parenti mi hanno convinta dicendomi che era meglio aspettare di rientrare a casa per dirle tutto, avendo loro paura che mamma si lasciasse andare in un letto di ospedale ( siamo stati per 6 mesi a Firenze; noi viviamo a Catania).
Una volta a casa, abbiamo atteso che i fratelli e sorelle di mia madre potessero venire a salutarla ( la mia mamma è Greca ) e mio padre si era ne frattempo convinto che se lei avesse mantenuto la speranza insieme una buona terapia del dolore le avremmo potuto regalare qualche giorno sereno, almeno seduta in carrozzina,giusto per dare un senso ad ai 9 interventi )
Non è andata cosi'... il dolore non le ha permesso di stare seduta ed è rimasta immobile nella stessa posizione di prima, dal giorno del primo intervento.
So per certo che lei in cuor suo sa del peggioramento ,ma Franco mi ah letto nel cuore.. Chi siamo "noi" per decidere cosa è meglio per lei? Solo lei sa. Solo lei sa se vuole continuare a lottare oppure lasciarsi andare. Ritengo che le energie che impiega per combattere adesso siano indirizzate nella direzione sbagliata. Solo lei ha il diritto di scegliere come trascorrere il suo ultimo tratto di vita qui e trovo che sia una cattiveria farla andar via senza averle dato la possibilita di sapere cosa esattamente sta succedendo. Andarsene con la sensazione di aver capito ma senza poter comunicare il proprio dolore,rabbia,tristezza con le persone che lascia, non fa sentire terribilmente soli? Non è piu' "umano" poter chiudere gli occhi consapevomente?!?! Questo è quello che vorrei io , lei!?!??! Io penso di si. Ma son Sola.
Stanotte, le ho detto tutto in un sogno. Mi ha sorpreso.
Franco Grazie per la poesia e grazie per avermi trovato mentre ti cercavo...
Ho provato a parlare con gli altri, ma nessuno mi ascolta. Mi rispondono che la faremmo soffrire troppo e che se per caso lei ha gia' capito non dira' nulla a noi e quindi dobbiamo lasciare tutto cosi'.
Sto con lei ininterrottamente da tre mesi, da quando ho preso l'aspettativa e mi sono ritrasferita dai miei,e cerco tutte le volte che le sono vicina " da sola ", di comunicarle tutto il mio affetto e tutto il mio amore e di trasmetterle con gli occhi ,con le mani. con piccole frasi, quello che non posso dire a parole.
Qualche istante fa' mi guardava con i suoi occhioni che sono diventati penetranti e puri e mi sono entrati dentro... ho pregato che "vedesse".
Da quando abbiamo campiato la terapia del dolore ( a proposito il medico che l ha prescritta è sparito!!! ma si puo' essere cosi disumani!?!??! ) non è piu' lucida. Fatichiamo a strapparle qualche risposta su cose pratiche, cibo, dolore etc.. e non so come approcciarmi a lei. Ogni tanto mi ascolta, nel senso che risponde, solo quando le sussurro nell orecchio, mentre se le parlo normalmente mi fissa senza nessun cenno. E' terribile.
Ora che la comunicazione è molto ma molto difficile come parlarle e dirle tutto?
Ho letto un libro che ho trovato molto interessante ( La morte amica) dove veniva spiegato come delle volte la confusione e lo stordimento possono derivare proprio da questo non sapere, o meglio dalla convergenza di cio' che c'è fuori ( cura, parenti, medicine speranza, muro) e cio' che si sente dentro. Chissa' magari se sapesse si potrebbe "svegliare" e soprenderci con la sua voglia di lasciarci dignitosamente invece di spegnersi immediatamente come pensa papa'.
Scusatemi per il lungo sfogo, ma questa cosa mi sta angosciando ogni singola ora.
Torno da lei.
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