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Vecchio 11-07-2009, 09:59 PM
Fioraia Fioraia non è in linea
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Caro Franco, come dicono a Lodi...."fide!!!!" perché ad un tratto mi sono sentita interpellata in maniera molto diretta... Allora lo dico anch'io qui. Per quanto mi riguarda, sono schizofrenica. A gennaio, mi sono iscritta e ho iniziato a frequentare l'unico corso di volontariato che abbia mai poi frequentato, ovvero quello dell'Hospice di Casale. La parte teorica. A maggio i primi dubbi seri sul fatto che il mio Don aveva iniziato una fase calante, ad agosto la certezza. Quello che mi tiene in piedi,mentre intorno a me tutti crollano (persino Anna l'infermiera ora sono due mesi che è senza ciclo per lo stress..), nonostante io tenga un ritmo effettivamente molto elevato (faccio le notti e quasi tutta la giornata oramai, visto che anche la sorella del Don è crollata) e non abbia già più bisogno di una vacanza ma di una plastica (e qui mi vergogno da morire, perché poi penso proprio a Lorenza e mi dico "ma come fa???!"),è la certezza che il Signore ci abbia accompagnati in questo difficile cammino. Al Don ha dato me : non una persona con abilità particolari, ma con abbastanza cuore ed amicizia leale da restargli a fianco nella cattiva sorte, in modo serio. A me, ha dato il Don da un lato (un tesoro inestimabile) ma soprattutto, non mi ha mai fatto mancare gli aiuti, e tra gli aiuti, in quest'ultima fase, c'è stata la "visualizzazione" di come sarebbe stato l'iter. Per me era importante. Considerate che 6 anni fa abbiamo dovuto riesumare la bara di mio padre: ero l'unica parente presente (chi ha voglia di vedere un mucchio di ossa e lembi di pelle del proprio defunto?) ma ero tranquilla, perché due giorni prima mi ero fatta spiegare per filo e per segno da un amico che lavorava alle pompe funebri quello che sarebbe successo e quello che avrei visto, quindi sò che visualizzando prima, ce la faccio.

In questi mesi, aspetto e vedo da un lato che il Don non migliora chiaramente (è dimagrito, invecchiato, ecc..) ma dall'altro, vi assicuro che non mi perdo nemmeno un minuto di buonumore, o l'occasione di due chiacchiere, o altro. Questo non in maniera ossessiva, intendiamoci, ma come avremmo fatto naturalmente se lui avesse avuto che sò, l'influenza. Aspetto che in questa casa, dove esattamente 40 anni fa lui salutò sua mamma che andava alla Casa del Padre, un giorno, torni sua madre a prendere suo figlio. Ci sarà un momento in cui io lascerò la sua mano e lei dall'altra parte la prenderà per accompagnarlo. Cosa farò nei giorni successivi,nelle settimane successive, in tutta onestà, ancora non lo sò. Quello che sò, però. è che mi allontanerò e mi riposerò tra una lacrima e l'altra, ma andrò avanti in questa vita, cercando di continuare a darle un senso, anche se certo, la morsa al cuore, ci sarà per un bel pezzo.

Grazie Franco delle tue parole, grazie a tutti voi.Isa
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