cancro al seno
sono capitato (per caso?) in questo sito per tutt'altro argomento ma sfogliando qualche pagina sono arrivato a questa discussione; dapprima ho letto trasversalmente alcuni interventi (mi sembravano le solite cose dette e ridette da tant,i troppi, perciò sentite e risentite) poi, leggendo con più attenzione, mi è sembrato di cogliere, tra le righe, qualcosa che valeva la pena di essere approfondito.
Proverò ad esprimere alcuni pensieri sui vari temi toccati ma senza uscire, anzi tenendolo ben presente, dall'argomento principale.
Dove ho dei dubbi li evidenzierò dove ho delle certezze le esprimerò come tali, sempre con prudenza e senza enfasi perchè il cancro al seno è un problema serio che riguarda decine di migliaia di donne (e anche qualche uomo) e in conseguenza le loro famiglie, quindi va affrontato seriamente.
La medicina convenzionale o ufficiale informa che il cancro al seno è oggi guaribile nel 90% dei casi, omette di dire (e in qualche modo si può anche comprendere questo atteggiamento ma è un po' più difficile da giustificare) che questo è vero solo quando il nodulo primitivo è inferiore ad un centimetro e perfettamente incapsulato.
In questi casi basterebbe soltanto l'asportazione chirurgica del nodulo e se l'analisi di quanto asportato evidenzia che i margini di resezione sono indenni da cellule tumorali la "paziente" può tirare un sospiro di sollievo e non pensarci più.
In genere però, sotto il nome di "terapia preventiva", gli oncologi tendono a (sopratutto donne giovani) praticare comunque 3 cicli di chemioterapia e radioterapia toracica ben sapendo che nella stragrande maggioranza dei casi sono inutili nel mentre, oltre agli effetti collaterali, per una percentuale non trascurabile di pazienti, questa depressione del sistema immunitario risulta gravemente dannosa.
Va detto, è documentato, che un nodulo maligno al seno impiega dagli 8 ai 12 anni per formarsi e raggiungere il diametro di un centimetro.
Un sistema immunitario integro potrebbe continuare per anni a tenere a bada questo nodulo prima che il tumore entri in circolo attraverso le vie venose e linfatiche; oggi nei convegni più avanzati gli oncologi cominciano ad interrogarsi sugli eccessi di prevenzione.
Esempio: viene diagnosticato un caso (generico) di tumore maligno, vengono praticate tutte le cure secondo i protocolli, dopo 5 anni (di cattiva qualità di vita a seguito delle cure) il paziente muore; la domanda che si pongono gli oncologi in buona fede è: se non fosse stato trattato invasivamente e troppo tempestivamente quel paziente non avrebbe vissuto (in buona salute perchè senza sintomi) lo stesso tempo e forse molto di più?
Tornando al cancro del seno aggiungo subito che lo ritengo una malattia guaribile anche nelle sue espressioni più aggressive e anche quando si è manifestato con metastasi in più organi.
Per riprendere e ampliare quanto affermato da qualcun altro sono anche certo che un buon apporto (equilibrato) nell'alimentazione di proteine, vitamine e prodotti non contaminati, che un sano stile di vita, che un ambiente familiare e di relazioni, un buon rapporto medico/paziente e la preghiera, possano contribuire a fermare o rallentare la progressione della malattia ma ...
.. si tratta, lo ripeto, di una malattia molto seria che va affrontata con presidi terapeutici seri, ponendo ai medici a cui ci si affida tutte le domande senza temere le risposte.
Perchè risposte tipo "tendiamo a cronicizzare la malattia", oppure "non la possiamo guarire ma la possiamo dominare" .. non sono risposte esaurienti e ad accontentarsi di queste c'è il rischio di smettere la ricerca e quindi di non trovare quant'altro potrebbe giovare di più e meglio.
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