Ciao bellissima gente!! Io in effetti non sono stato molto sovente attaccato dalla dissenteria, anzi spesso ho avuto il problema contrario. Per quanto riguarda il mangiare non posso certo dire di seguire una dieta specifica. Mangio quello che mi viene in mente cercando di non caricare troppo… Abbondo in verdura, cotta e cruda perché penso che l’apporto di fibre sia un toccasana per l’intestino, già provato dalle medicine. Mangio ogni giorno carboidrati (pasta e pane anche se quest’ultimo fatto in casa da me per cui con poco sale e pochi grassi) cercando di condire con verdure o carne bianca in modo da fare un piatto unico. Bevo molta acqua e mangio tanta frutta. Poca carne, formaggi molto freschi (ricotta, stracchino ecc.) il tutto per cercare di non appesantire il rene. L’unico vero problema che l’apparato digestivo mi riserva sono l’acidità (residuo di una vecchia ulcera gastrica ormai cicatrizzata) che risolvo con tanto Maalox e il reflusso grastroesofageo dovuto allo sfinimento dello sfintere inferiore esofageo. Ormai vado avanti con il Gaviscon ma spesso anche questo non funziona. Purtroppo è questo inconveniente che spesso provoca le crisi di tosse notturna, le faringiti e qualche problemino polmonare. Nei rari casi di dissenteria due belle compresse di Immodium e tutto si aggiusta. Ritengo comunque che una bella dieta sana, con pochi intingoli, pochi grassi fritti, non molte verdure, tanto pesce azzurro e carne bianca possa giovare all’intestino sia sotto l’aspetto dissenteria sia sotto il profilo del dolore, che per quanto riguarda
Maurizio potrebbe essere causato anche da irritazione del colon, colite spastica, gastrite ecc. per cui non sottovaluterei il beneficio del gastroprotettore. Se poi, come per
Bobo, ci si mette anche l’influenza intestinale non resta che brodino e riso in bianco….
Monia, mi pare di vedere una leggera nota di fatalismo… non ho mai sentito qualcuno, ritenuto intelligente e professionalmente preparato, fissare una scadenza o una determinata lunghezza di vita. 5 – 6 anni …? Perché non 10 o 20! Io sono 10 anni che vado avanti e spero proprio di festeggiarne altri 20 almeno! Indubbiamente bisogna informarsi, consultare altri medici, studiare e percorrere altre vie ma da qui a fare pronostici! Coraggio che la vita è ancora lunga e ci riserva tante sorprese e meraviglie dietro ogni angolo..
Cara
Ernesta quanta amarezza e scoramento nelle tue parole.
Severino resisti con tutta la forza che hai, attaccati ad ogni respiro e filo di forza e tira avanti questo duro e pesante carro che è la tua vita… l’hai fatto per tanti anni, quando la tua famiglia ne aveva bisogno per crescere. Ora sono loro che ti devono dare la forza, l’alito per andare avanti, ne hai diritto! Sono sicuro, cara Ernesta che la sofferenza nel vedere un padre che si affievolisce ogni giorno di più è forte ma sono altrettanto sicuro che lotterai coi denti per stare vicino a tuo padre in ogni momento senza mai rinnegare la speranza. Auguri…
L’altro giorno, domenica, essendo relegato forzatamente a casa e non potendo andare alla S.Messa come mio solito, mi sono ritrovato a letto a pensare… anzi no a ringraziare il Signore per questa malattia… l’ho detto che stavo “strapensando” ed ora mi metto a “straparlare”. Tutto sommato mi sono detto che questo inconveniente non è capitato per caso. È arrivato nel momento di maggiore apice della mia carriera: promosso al grado superiore, promosso ad un incarico di prestigio quale coordinatore regionale con prerogative da dirigente (alias ufficiale) ecc. Tante responsabilità che mi gasavano, impegni, viaggi, riunioni, potere di veto su decisioni ecc. Responsabilità su uomini (circa 650), mezzi ed equipaggiamenti, responsabilità negli acquisti, un bilancio di circa 1.700. – 2 milioni di euro l’anno da amministrare ecc.Mi dicevo: sono arrivato e questo a soli 45 anni!!. Lavoravo circa 8 ore al giorno per 6 giorni la settimana (mi portavo il lavoro anche a casa!!!!!!) e la sera ero molto stanco, non avevo molto tempo per i ragazzi o mia moglie, però ero soddisfatto!
Dopo 2 anni la diagnosi maledetta! Puoi immaginare come il mondo si sia liquefatto sotto i miei piedi: sono caduto da un piedistallo molto alto ed il botto è stato forte. Ho cominciato a realizzare il tutto non immediatamente bensì dopo l’operazione, quindi dopo circa tre mesi. Ho visto tutto quanto dal basso, da un’altra prospettiva e mi sono visto correre come un deficiente, affannarmi per risolvere i casini creati da altri, togliere le castagne dal fuoco a mani nude perché gli alti papaveri non si volevano sporcare le mani e tutto per sentirmi dire: bravo, sei indispensabile, meno male che ci sei tu, senza di te non sapremo che fare; per vedermi ogni anno confermato il fatidico giudizio di “eccellente” con lode per il servizio impeccabile svolto con zelo, dedizione e professionalità e tante altre baggianate del genere. Dopo l’operazione ho fatto solo 90 gg di convalescenza e sono tornato al lavoro e mi sono accorto che il mondo era andato avanti anche senza di me, forse anche meglio… ed allora mi sono preso tutte le ferie che avanzavo (erano anni che non le facevo tutte). Dopo la recidiva (circa 6 mesi dopo) e tutte le chemio, le immunoterapie, il trapianto ho capito che il Signore mi stava richiamando, mi stava mostrando una via diversa per vivere la mia vita. Non in modo religioso ma in modo pratico, vero, con gli occhi aperti che, e non è retorica, ti permettono di vedere le cose come attraverso un velo d’acqua pura. Ringrazio il Signore per questa malattia, non per le sofferenze –sopportabili fino ad ora- o per la fine che verrà (spero il più tardi possibile) ma perché mi ha fatto scoprire, forse tardi ma per fortuna in tempo per il secondo figlio, la gioia di vivere con due meravigliosi ragazzi, di festeggiare i loro compleanni con festicciole e giochi sull’erba, di averli portati al mare tutte le estati che ho potuto, di averli portati sulla neve dove ci rotolavamo felici e rincretiniti dal freddo. Ringrazio la vita che mi fa vedere e gioire dei colori del tramonto, dei colori dell’autunno e dell’inverno e mi sta facendo invecchiare accanto a mia moglie. Ho imparato ad assaporare ogni minuto in modo diverso, intenso e infinito. Ho imparato a piangere e commuovermi anche per piccole cose (non ho mai pianto, nemmeno in morte di mia madre o mio padre). Grazie a questo inconveniente della mia vita sono diventato questo, oggi non sono più un cretino impettito nella sua bella divisa su misura, con medaglie e guanti. Non sono un freddo calcolatore di costi e benefici in una operazione che, spesso, coinvolgeva uomini, famiglie e sentimenti. Oggi sono io e non mi cambierei per niente al mondo con quello di prima, anche se forte, giovane e sano….
Scusatemi per questo sfogo, ma d’altronde ho sempre detto che la nostra piazza serve anche a questo… una volta tanto vale anche per me!
Ciao a tutti, vado a mettermi un tappo al cervello. Ciao da Franco