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Vecchio 03-26-2010, 09:52 PM
Fioraia Fioraia non è in linea
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predefinito Dal Don a Nanni soprattutto, poi Monia, Adriana e tutti

Nanni:
Nel Cieco Nato, Gesù risponde che non c'è colpa nella malattia...

Perchè Dio non è più vicino prima mi chiedi? Prima di tutto, la malattia fa parte della limitatezza dell'uomo. L'uomo è, di fatto, un essere limitato. Secondo, la sofferenza entra nella vita dell'uomo...Morte e sofferenza sono, di fatto, i più grandi problemi dell'uomo..L'uomo di fronte a queste due realtà difficilmente riesce a dare una spiegazione umana, se non nel senso di dire che l'uomo è un essere con un inizio e una fine. Questa fine talvolta avviene nella malattia, attraverso la sofferenza.
Il Signore ci aiuta a dare un senso, anche un significato alla malattia...

Io per esempio nella mia malattia, penso che il Signore forse riesce a creare degli spazi di amore che altrimenti non si sarebbero creati, vedi la presenza continua di Isa e di tante altre persone...
Quando mi sono ammalato, l'interrogativo c'è stato anche per me, ed è stato grande Nanni, perché io sono entrato in Seminario che avevo 9 anni, quindi, parliamo di una vita dedicata a Dio! Quindi sul momento, me la sono presa anch'io e ho detto: "Ma Signore, non potevi mandarmi un'altra malattia? Non potevi aspettare un altro poco perché continuassi il mio ministero? Non potevi almeno evitare di farmi soffrire in questo modo, con tutto quello che ho fatto e ho dato per te?"...ma la mia rabbia non è andata oltre perché so che Dio mi vuole bene, è come un genitore che talvolta chiede ai propri figli dei sacrifici e i ragazzi si chiedono "Ma perché non posso fare questo? perché non mi lasci fare questo?" e la risposta è che quando sarai più grande, lo capirai.

La malattia può essere un modo per riflettere, per pensare, per rimettersi in discussione come stai facendo anche tu in fondo. Trovare la soluzione immediata, è difficile...Io sò che aldilà della malattia, ci sarà la morte e mi aiuta a dare un senso anche alla morte che non mi porta all'annullamento della mia vita ma al trovare, invece, una vita migliore dell'attuale. Qui chiaramente c'è in gioco la fede...non posso credere e pensare che non ci sia una riflessione di fede...per me è stato così, perché uno dei pensieri che ho spesso allontanato da me stesso, è stato proprio quello della mia fine. Prima di ammalarmi Nanni, ti confesso che la vedevo sotto un altro aspetto, nel senso che non mi metteva più di tanto in difficoltà ma semplicemente perché non sempre pensavo che anch'io avrei potuto incontrare la malattia. Forse lo stesso è stato per te che sei un medico. Entrambi, con la nostra "missione", viviamo a stretto contatto con questa realtà eppure per me era sempre una cosa che riguardava gli altri. E' stato così anche per te? Solo adesso,credimi, riesco ad intuire che cos'è il dolore fisico, psicologico, spirituale anche. Il fatto che mi abbia toccato sulla mia pelle e che dell'altro mi aspetti dietro all'angolo, questo mi mette ancora in crisi, eccome, anche se sono un sacerdote....la mia fede ha chiaramente subito dei contraccolpi in questo periodo perché di fronte a questo, facciamo fatica a sfuggire ad alcuni perché,come il lasciare i nostri cari, i nostri interessi....e poi, talvolta, il tarlo del dire "e dopo, cosa mi aspetta?" ti sorprende...ma poi con la fede, chiedo aiuto al Signore e te lo dico persino nella mia confessione personale, mi esprimo quasi come se fossi un colpevole, chiedendo perdono perché non sempre ho questa fiducia piena in Dio che invece dovrei avere! Questa vita, con le sue luci e le sue ombre, io l'ho amata moltissimo e il fatto che si abbassi la saracinesca su tutto questo, mi mette spesso in crisi. Ma vedo la crisi come una tentazione, una tentazione del Demonio che vuole farmi scivolare adesso, che vuole farmi dubitare, e quindi la respingo con tutte le mie forze, con la preghiera, con la Parola, con la mia Fede. Comunque Nanni, tieni presente che io sono sempre stato un sedentario in questi ultimi anni e anche andare ad esempio a Pietra Ligure, un posto che non conoscevo, da delle suore poi che non sapevo manco chi fossero.....mi poneva moltissimi interrogativi!!! Credo quindi che per quanto mi riguarda sia anche la paura di quello che non conosco...e l'aldilà,è proprio un altro mondo!!!


Anche la malattia chiaramente ha interrotto i miei progetti, tanti passaggi che mi aspettavo ancora dalla vita...la malattia però come ti ho detto mi ha aiutato perché ho scoperto qui l'amore sincero che molte persone hanno verso di me e che io, onestamente, non conoscevo, un amore che è servizio.

Potrei anche dire che l'uomo, proprio per il peccato originale, va incontro alla sofferenza e alla morte.Per quanto riguarda la presunta assenza di Dio nelle guerre, nei terremoti,nelle carestie ad esempio, ricordiamoci che Dio ci lascia liberi di agire...siamo noi che entriamo in guerra, siamo noi che perseguiamo degli ideali di consumismo sfrenato sulle spalle dei più poveri, siamo noi che inquiniamo la nostra terra...


Monia, hai ragione a parlare di speranza, perché Dio ci ha dato la vita...io esco di casa, prima di attraversare mi guardo attorno perché ho paura di perdere la mia vita, sono attaccato a questo dono che è la vita, è un dono prezioso che cerco di salvaguardare, anche attraverso gesti meccanici. Sono gesti però che mi portano a difendere la mia esistenza, e quindi si, preghiamo Dio anche per una guarigione! E poi Gesù Cristo, la sua vita l'ha passata accanto agli ammalati, le sue guarigioni sono tutte di ammalati. Chiaramente io mi dico "Perché non guarisci anche me Gesù? Dai Gesù, aiutami, fammi guarire, fammi star bene ancora per un poco!!!" ma non per questo mi sento meno amato, anzi, forse mi ama ancora di più proprio nel momento in cui esprimo me stesso, la mia fragilità, le mie debolezze e quindi si fa più vicino a me per aiutarmi a superare questo momento...

Adriana: certo che un avvicinamento è fattibile. Nella mia vita, ho visto casi in cui la persona che aveva vissuto lontano da Dio per tutta l'esistenza, di fronte alla malattia, si è avvicinata...Mi sono chiesto se fosse per convenienza, nel senso che non sapessero da che parte voltarsi, ma poi ho davvero visto che era una vicinanza autentica, di cuore..Ad esempio un ragazzo con un tumore alla gola, avrà avuto 23 anni, si è avvicinato a Dio proprio attraverso la malattia. Io andavo a trovarlo e lui ha iniziato a porsi delle domande, ci siamo spesso confrontati, è mancato vicino alla Pasqua e diceva a sua mamma "non piangere, vedrai che dal Paradiso ti aiuterò io!". Questi sono cambiamenti che avvengono, solo Dio sa il perché, solo Dio sa dare una spiegazione. Io posso solo trasmettere quello che ho visto nella mia vita di sacerdote...

Vorrei dire anche che ho conosciuto anche persone atee, che non credevano assolutamente in Dio e che hanno attraversato lunghi periodi di malattia e/o hanno lasciato questa vita terrena in assoluta serenità, con una pace straordinaria.....Per me, questa serenità, è un dono del Signore, anche se per loro, Dio non esisteva!

Adesso finisco di guardare Striscia la Notizia dal mio letto. Ciao a tutti. Don Angelo.
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