buongiorno amici, sono di nuovo a Bergamo. Se riesco a convincere mia moglie, penso che tornerò al lavoro; mi sto organizzando per lavorare a casa andando in ufficio (lavoro a Milano) solo una o due volte a settimana. Sembrerò pazzo ma lavorare mi dà un'idea di normalità, e poi i soldi servono (certo ho il 100% di invalidità, ma la pensione sarebbe meno della metà dello stipendio). Mia moglie, come Anna, è insegnante precaria, anche noi spreriamo nelle nomine.
Io sono già andato all'ambulatorio di terapia del dolore, non vedo perché dovrebbe spaventare. Un tempo vi si ricorreva solo per affrontare le fasi terminali della malattia, ma questo non è corretto e non è più così, quindi non vuol dire di essere 'alla frutta'. Prendo Coefferalgan 3 o 4 volte al giorno, ma la migliore terapia è il riposo.
Ho pensato anche a quanto chiedeva Lucy : 'cosa viene dopo ?'. In realtà le terapie riconosciute ufficialmente per il carcinoma renale sono solo 3, ma mi ricordo che quando, prima di iniziare l'Everolimus, ho parlato con il primario del reparto, questo mi ha detto che le terapie attualmente conosciute sono 6 o 7, e che comunque non mi lasceranno mai senza una terapia.
Poi ogni tanto ne esce una nuova (una era su un trafiletto del giornale a luglio, e dai pochi dati riportati sembrava molto promettente).
Insomma, bisogna andare avanti. Non è come una bronchite, che uno si chiude in casa e aspetta di essere guarito. Che finisca bene o finisca male, durerà anni, e questi anni vanno vissuti.
|