Ciao Cri, anche io sono una new entry...
anche a me capita di pensare che è troppo dura vivere così, come si fa? Tento però sempre di ricordarmi che la malattia è una parte della vita. All'università mi è capitato di leggere un saggio in cui l'autore sosteneva che, parallelamente alla sovraesposizione della realtà creata dai media (reality show, documentari, immagini sempre più nitide...), nell'epoca attuale si è anche verificata una segregazione di certi aspetti della vita: la malattia, la pazzia, l'anzianità e la morte. Questi aspetti vengono ora nascosti, sia oralmente (non se ne parla) che visivamente (non si vedono: la gestione di questi aspetti è affidata ad istituti come gli ospedali, gli hospice, i manicomi...). Paradossalmente, quindi, quando essi facevano parte della vita quotidiana venivano temuti meno: si ha paura di quello che non si conosce. Ora è ovvio che oggi è meglio di ieri grazie a tutte le cure e i servizi che ci aiutano nella gestione di questi fatti di vita ma credo che ci sia un fondo di verità alla base di questo concetto: viviamo ancora peggio questi momenti perché, sebbene non sia così, li percepiamo come unici, come se fossero successi solo a noi.
Un bacio,
Chiara (in versione filosofica mentre suo padre fa la tac)
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