Aggiungo qualche dato.
Mia madre si è ammalata tre anni fa a 62 anni. Fino ad allora è stata sempre una donna sana e attiva, visto che è (anzi era sino a tre anni fa) istruttrice di arti marziali e addirittura sino a 58 anni campionessa italiana master, avendo, quindi, ogni anno ricevuto dai medici l'idoneità alla pratica sportiva. Non fuma da quando è stata male la prima volta e comunque non ha fumato mai più di 3-4 sigarette al giorno e non ha mai bevuto. L'unico farmaco che assumeva (e che ancora assume) è Crestor (10 milligrammi al dì) per il colesterolo. Ha sofferto trentacinque anni fa di calcoli renali, poi espulsi spontaneamente grazie a una cura a Fiuggi, ed è stata ricoverata venticinque anni fa per una mastopatia fibrocistica alla mammella. Per il resto è sempre stata sana e anche molto resistente dal punto di vista fisico, direi infaticabile. Mio nonno è morto nel 1962 a 49 anni di cancro, mentre mia nonna a 76 anni per un infarto, male per cui la mia famiglia ha purtroppo una certa predisposizione. Altra predisposizione è la tiroidite di Hashimoto, di cui è affetta gran parte dei miei parenti, seppur in forme diverse. Anche a mia madre è stata rilevata, ma non assume farmaci perché a parere dell'endocrinologo la tiroide funziona ancora bene.
Per quanto riguarda la terapia, va detto che non è sempre stata identica soprattutto in relazione alla durata e all'intensità. La cura più “forte” è stata quella di un anno fa: Rocefin (per 20 giorni) e cortisone (Detacolten da 25 gr.) 2 compresse per 20 gg e poi a scalare sino a due mesi totali di cura. Quest'ultima volta: Rocefin (per 20 giorni) e cortisone (Medrol 16 grammi) per 2 giorni una compressa e mezzo, per 4 giorni una compressa, per altri 4 mezza compressa e fino ad oggi un quarto di compressa di mantenimento. Tuttavia da quest'ultima infezione non è riuscita a guarire completamente, nonostante stia assumendo, come detto, oramai da 2 mesi un quarto di compressa di mantenimento. Il fatto che mi preoccupa è che negli ultimi episodi di malattia la guarigione diventa appunto sempre più difficile. Ancora oggi, sebbene non abbia febbre, lei dice di non sentirsi bene e di accusare dolori ancora forti e poi è ricomparsa la tosse, che generalmente è un sintomo del ripresentarsi della malattia: ho paura che da un giorno all'altro si scateni nuovamente l'infezione nella sua forma peggiore. Il cortisone lo ha sempre preso, a parte nelle prime infezioni, ma sembra che possa "contenere " la malattia, ma non curare certamente in modo definitivo
Credo che sia importante dire che mia madre si è ammalata per la prima volta tre anni fa, dopo un periodo di grande stress fisico ed emotivo: suo fratello ha avuto un ictus che lo ha semi paralizzato e lei lo ha accudito per mesi, a volte trascorrendo notti insonni per settimane. Io penso che questo fatto abbia influito notevolmente sul suo fisico, forse indebolendo le sue difese immunitarie (ma è solo una mia opinione). Per quanto riguarda la falda, intendo dire che a livello della pleura, cioè dove mia madre sente perennemente dolore, le ecografie evidenziano un piccolo versamento, che neppure le TAC hanno evidenziato. Mia madre insiste sempre sul fatto che non appena i dolori a questo livello diventano lancinanti, “riparte subito la broncopolmonite” e lei è convinta di avere un'infezione perenne mai curata in maniera definitiva da alcun farmaco, visto il persistere anche nei periodi di “calma” del dolore.
Per quanto riguarda gli esami, sono talmente tanti che è difficile riassumerli, pertanto vorrei sapere se è possibile che mandi in allegato le cartelle cliniche più significative che ho trasferito in formato elettronico con lo scanner; se non fosse possibile sono disposto a scrivere tutto senza indugio. Vi ringrazio veramente di cuore per l'interessamento.
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