Buongiorno, è la prima volta che scrivo in questo forum, e prima di ogni cosa volevo fare gli auguri a tutti coloro che con coraggio e tanta, tanta forza, ogni giorno combattono questo male. E a tutti i parenti (come me) che quotidianamente affrontano e cercano di sostenere i propri cari in questa battaglia.
Mio papà, che con mia immensa gioia ha da poco compiuto 80 anni (contro le previsioni di chiunque!), dopo aver convissuto senza fare terapie di nessun tipo per 15 anni con l'epatite C, dal 2006 ha iniziato ad avere i primi noduli al fegato. Operato almeno una decina di volte in questi anni, tra chemioembolizzazioni, alcolizzazioni e termoablazioni, è subentrata negli ultimi 2 anni la cirrosi epatica e ha avuto il colpo di grazia con un ictus che lo scorso anno gli ha compromesso in parte alcune funzionalità (braccio e gamba destri e linguaggio). Nonostante tutto, e grazie al fatto che è sempre stata una persona attivissima e sportiva fino a pochi anni fa, continua a lottare e anche grazie alla sua forza ha sempre superato con una risata ogni cosa. Ha imparato a mangiare con la mano sinistra, si prende in giro da solo quando si rende conto di aver detto una frase senza senso, e piano piano ha ripreso a camminare più o meno autonomamente.
Ormai non più operabile, da settembre 2010 ha iniziato la terapia col Nexavar, seguito dal reparto di gastroenterologia del Policlinico Umberto I di Roma.
Per il primo mese non ha avuto grossi problemi, a parte un'enorme spossatezza, ma eravamo tutti abbastanza sereni.
Ha iniziato poi a perdere peso e appetito, e tra le conseguenze peggiori c'è stata una dissenteria (praticamente quotidiana, per oltre un mese) che l'ha fortemente debilitato, con una perdita di quasi 7 chili in poco tempo. I dottori gli hanno prescritto dosi massicce di antibiotici (normix), fermenti per lo stomaco e farmaci antidiarroici, fino a quando una notte (il 16 gennaio 2011) sono iniziati dolori violentissimi all'addome, e portato d'urgenza al pronto soccorso è stato operato per peritonite acuta e salvato, a detta del chirurgo che l'ha operato, per un pelo. Ovvero se si aspettavano anche solo 2 ore non sarei qui a parlarne.
Ora non intendo star qui a fare recriminazioni e accuse di nessun tipo, anche se credo che un paziente che fa una terapia del genere andrebbe seguito con più accuratezza anche per un raffreddore o qualsiasi altro sintomo, mi chiedo solo (visto che ci sono stati altri 2 casi di persone di cui ho saputo con appendicite-peritonite durante trattamento con Nexavar) se anche questa è stata una conseguenza, o come ci è stato detto dal primario che ci segue, "l'ennesima botta di sfortuna" che ha colpito mio papà.
Ora gli è stata interrotta la terapia, almeno fino al prossimo controllo di aprile, per dargli modo di riprendersi. Ha ricominciato a mangiare con appetito e il senso di spossatezza che gli impediva anche di alzarsi dal letto è fortemente diminuito, e ora ha il terrore di ricominciare la terapia.
In bocca al lupo ancora a tutti, e grazie a chi ha avuto la voglia di leggere la mia esperienza.
T.
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