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Vecchio 12-23-2011, 04:50 AM
nanni nanni non è in linea
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predefinito cercando di riflettere

Caro Tommaso,
sono d'accordo con quanto scritto a Weiss.
il fatto che il paziente sia INFORMATO in modo preciso e puntuale sulla sua patologia è prassi FONDAMENTALE presso tutta la metodologia medica anglosassone.
anzi si configura reato per gli operatori sanitari non farlo,con conseguenti strascichi medico-legali, in molti stati USA.
Nessuno,nemmeno il parente più stretto o più vicino può assumersi la responsabilità di TACERE una patologia grave,specialmente se di natura oncologica.
credo di aver capito che anche per la psichiatria l'essere a "conoscenza"sia fattore terapeutico di grande importanza ed aiuto.
ISA ci porta l'esempio del DON.
ma il Don sapeva perfettamente della natura della sua malattia(vedi la lettera che mi scrisse nel forum)ed ha poi preferito lucidamente delegare la problematica a coloro di cui aveva massima fiducia.
d'altro canto come puoi accettare determinati percorsi terapeutici,con tutte le conseguenze che portano con sè,senza sapere esattamente perchè?
altro che confusione,insicurezza e depressione!
mi rendo conto che sollevare questa problematica implica...di tutto...ma mi chiedo:cosa è meglio per il paziente e cosa è più onesto?per qualsiasi paziente affetto da grave malattia.
e chi e come comunicarlo con sensibilità ma con chiarezza e senza possibilità di fraintendimenti?
oppure torniamo alle fumose criptiche comunicazioni vittoriane"tutto quasi benissimo signorina mi parrebbe lei fosse lievamente in cinta..."?


P.S.oggi sospendo anticipatamente Sutent 25mg.
gli esami ematologici odierni...eritrociti 3,55 ,piastrine 43,comparsa di anisocitosi delle emazie e presenza di eritroblasti ortocromatici.
sto scricchiolando.
un caro saluto e BUON NATALE a tutti.nanni.
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