Adriana
Innanzitutto buongiorno.
Ti ringrazio per la sollecitudine con la quale mi hai fornito le informazioni.
Ieri mi hanno sottoposto ad una serie di analisi, compresi i marcatori per il fegato e, udite udite, per l'HIV;
inoltre radiografia torace.
La dottoressa dice che c'è possibilità di polmonite interstiziale, per cui avanti con il monitoraggio; oggi è possibile che vada a prendere il nuovo farmaco, se tutto è a posto.
Da quello che ho capito l'assunzione dovrà essere continua, cioè senza interruzione come per il Sutent; questo mi porta a pensare che sia meno aggressiva e non necessiti di tempi di recupero. Spero che non sia incompatibile con il mio stile di vita, altrimenti sarà proprio dura: non voglio ridurmi alla mera sopravvivenza, non è divertente.
Ti ringrazio per gli auguri per questa nuova avventura e spero di essere tuo compagno di viaggio per tanto tanto tempo ancora, magari nel frattempo imparerò anche a sciare, hai visto mai?
Un abbraccio, Nicola
rokkolinz
Una sola cosa voglio dirti: acquisire informazioni è una strategia vincente a patto che sia tu a ricercarle ed a gestirle,
cosa diversa sono le informazioni che ti possono pervenire da qualsiasi fonte senza che tu ne comprenda a fondo sia la natura che la portata.
In altre parole informarsi va bene, ma chiedere consulti a più medici è la situazione che io considero la più pericolosa nel momento in cui vi sono pareri discordi.
A quel punto si rischia di "uscire di testa" perchè non si sa più a chi dare retta. Ancora peggio quando un medico mi chiede: lei cosa pensa di fare? La risposta immediata che mi viene alle labbra è: mandarti a quel paese (magari con termini più crudi e coloriti).
Nel mio lavoro ho sempre governato qualsiasi situazione e non ho permesso, quasi mai, ad altri di intervenire (mi dicevano che ho un brutto carattere
), ma in cose di cui non so nulla non mi sogno neppure di mettere bocca;
il mio medico non deve farmi conferenze erudite su questa o quella circostanza, ma deve comportarsi come se il paziente in cura fosse una persona a lui cara;
riguardare a fondo i protocolli, sottoporti a monitoraggio approfondito, verificare concretamente l'andamento della malattia, chiedere consulto a specialisti delle varie branche discutendo a fondo del tuo caso, etc., sono le cose che mi aspetto dal mio medico, poi, alla fine, può anche sbagliare, ma non deve lasciare inesplorata alcuna via.
All'inizio il medico che mi ha operato per primo (che in seguito ho scoperto essere una conoscenza risalente a 30 anni prima), nell'affidarmi alla mia oncologa, mi ha invitato a fare altri consulti; io gli ho ho semplicemente risposto: se mi dovessero dire cose diverse poi che faccio, tiro la monetina?
Questo è il mio "realismo", anche se sono sempre allerta spiando ogni piccola mossa, ogni piccolo comportamento, per verificare la permanenza dello stato di attenzione.
La mia oncologa mi dice che, fino ad ora, non è riuscita a capirmi e questo è un bene perchè anche lei non può abbassare la guardia.
Non voglio tediarti oltre, ho solo cercato di dirti che la componente psicologica è quella più importante, senza la quale non si fa molta strada, in nessun campo.
Ciao, Nicola