View Single Post
  #638 (permalink)  
Vecchio 07-28-2008, 11:20 AM
Brasilero Brasilero non è in linea
Junior Member
 
Registrato dal: Jun 2008
Messaggi: 28
Thumbs up

Everolimus attivo in II linea nel carcinoma renale metastatico
Nuove prospettive nel carcinoma renale metastatico

Luglio 2008

Mentre Ted Kennedy viene operato di tumore al cervello, l'ASCO dedica la giornata di domenica proprio ai tumori di testa e collo. Ma tengono ancora banco i risultati del trial condotto da Robert J. Motzer (Memorial Sloan Kettering, New York) sulla nuova molecola everolimus, dimostratasi efficace e sicura nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma renale metastatico già precedentemente trattati in I linea con i nuovi farmaci.

Anche quest’anno, al congresso dell’ASCO le terapie biologiche sono protagoniste di un numero di abstract e presentazioni orali più elevato rispetto alla chemioterapia. Ciò è particolarmente evidente in tema di terapia del carcinoma renale.
Il carcinoma renale metastatico resta una neoplasia di difficile cura perché poco responsiva alle terapie standard tradizionali come la chemioterapia e l'immunoterapia con citochine (interleuchina, interferone). Da un paio d’anni però alcuni nuovi farmaci hanno rivoluzionato il mercato e le prospettive terapeutiche. A sunitinib e sorafenib si vanno aggiungendo bevacizumab, anticorpo monoclonale già in uso nel carcinoma del colon, temsirolimus ed everolimus. Appare anche molto promettente la possibilità di usare i nuovi farmaci in maniera combinata o sequenziale, sfruttando i loro differenti meccanismi d'azione specie quando (come nel caso di bevacizumab) il loro profilo di tossicità risulti accettabile e poco invalidante per la qualità della vita dei pazienti.

Everolimus agisce inibendo la protein-chinasi mTOR, un elemento chiave nella via di controllo della sintesi proteica e del ciclo cellulare. Tutti i malati avevano assunto sunitinib, sorafenib o entrambi.
Lo studio clinico randomizzato, in doppio cieco e multicentrico ha messo a confronto 410 pazienti, suddivisi in un braccio trattato con RAD001 (everolimus, 10 mg die per via orale) in aggiunta alla migliore terapia di supporto ad un braccio di pazienti che aveva assunto la migliore terapia di supporto e la stessa dose di placebo. La terapia è stata protratta per 28 giorni, in assenza di progressione di malattia o d'intolleranza al trattamento.
L'analisi dei dati ha dimostrato una mediana di sopravvivenza libera da malattia di 4.0 mesi per coloro che avevano assunto everolimus contro 1.9 mesi di coloro che avevano assunto placebo (p<0.001; 95% intervallo di confidenza; 0.22, 0.40). Per il 26% dei pazienti trattati con everolimus si è riscontrato un intervallo libero da malattia di sei mesi, contro il solo 2% del gruppo placebo.

Secondo Motzer, "everolimus è il primo ed unico agente finora ad aver dimostrato un beneficio clinico nel trattamento di pazienti affetti da carcinoma renale metastatico e potrebbe diventare lo standard terapeutico per questo quadro clinico".

Fonte: Yahoo Salute
Rispondi quotando