Cara Lorenza,la "maschera"è certamente dannosa nel caso in cui i familiari vogliano partecipare in modo diretto,ma ti assicuroche in alcuni casi indossarla è un obbligo morale.
Frustrante,doloroso,carico di silenzi e solitudine,ma purtroppo obbligatorio.
La fatica è certamente stancante ma non inutile e mentre per te,per la tua personalità generosa ed altruista è naturale preoccuparsi e partecipare,in altre personalità subentra,dopo la mazzata iniziale,uno stato di reazione che porta ad allontanare,posticipare,quasi ad esorcizzare il problema, evitandolo.
Sicuramente non vi è dubbio che ogni malato vorrebbe aprirsi,confidarsi,partecipare le proprie paure,ansie e dolori sia fisici che psichici propri della malattia,ma,come autorevolissime ricerche psichiatriche sostengono,in quasi il 20/100 delle patologie oncologiche si riscontrano reazioni di "sopravvivenza"che tendono ad una fuga da una realtà che appare troppo dura e impossibile da sopportare.
Non tutti i familiari reagiscono allo stesso modo come non tutti i malati .
Per quanto difficile,dopo un lungo periodo di riflessione,si arriva a comprendere ed ad accettare questa reazione di...autodifesa.
Come già ti scrissi tuo marito è fortunato ad averti accanto così come lo sono i partecipanti al forum dai cui post traspare l'affetto e la sollecitudine da cui sono circondati.
Ancora buon anno da un innevato nanni.