Ciao quacqua, simpaticamente ti dico che il tuo nik mi da l’idea di una papera che galleggia!
Ora passiamo all’argomento, ormai è da 5 anni e qualche mese, quale utente/paziente che giro qua e la per ospedali ed oncologie varie, qualche curiosità come quella che tu hai esposto, nel corso degli anni, me la sono posta anch’io, potendo stabilire senza ombra di dubbio che la figura dell’
oncologo in linea di massima prescinde la parte chirurgica dei carcinomi con ovviamente delle eccezioni, che sono queste: ci sono dei mirabili professori oncologi che operano determinati tipi di carcinoma, uno fra tutti, il carcinoma del seno, altri, essendo già oncologi e successivamente specializzatosi in altre discipline chirurgiche operano altresì secondo la specializzazione acquisita. Non si può dire che altri oncologi non abbiano mai operato, magari una appendicite o qualcos’altro l’avranno anche effettuata. Sono persone come ripeto straordinarie, conoscono il corpo umano forse meglio di chiunque altro medico chirurgo ma, purtroppo, sovente, la loro sapienza va a cozzare contro quella becera burocrazia che gira nelle corsie degli ospedali. Non è questo il punto su cui si dibatte, bensì se hanno mai operato oppure operano; posto che ogni medico deve conseguire la laurea in medicina e chirurgia si deduce che almeno una operazione nella loro vita l’avranno fatta. Qui però, salvo appunto quei rari casi di cui sopra, si interrompe la loro vita chirurgica, cioè optano per seguire i pazienti in ambulatorio dispensando per ognuno la cura più appropriata e valutando molto attentamente, questo lo ripeto, attentamente, se una persona nello stato in cui si ritrova con determinate lesioni attive possa essere mandato in chirurgia specializzata.
La chirurgia specializzata s’intende ad esempio, se uno ha la malattia al cervello deve per forza intervenire il neurochirurgo, se la malattia fa parte dell’addome superiore, sovente, in più ospedali si trova anche un ramo di oncologia abbinata alla chirurgia generale che si occupa di operazioni, altrimenti ci si rivolge alla chirurgia generale tradizionale, se si operano i polmoni si va a finire in chirurgia toracica o altrimenti in pneumologia interventistica. Anche gli ortopedici operano da carcinoma quando questo sia possibile, con sostituzione talvolta di pezzi di osso.
In genere, tra l’oncologo ed il chirurgo intercorrono consultazioni giornaliere su questo o quel paziente, qualche volta capita che l’oncologo propone una operazione, ma nel corso di ulteriori accertamenti ci si accorge che facendola, le possibilità di sopravvivenza sarebbero così minime che non ne varrebbe la pena, oppure al contrario ci si può imbattere in qualche professionista che sconsiglia l’operazione quando invece la si può tranquillamente fare anche se le aspettative di vita non andrebbero a superare certi limiti. In quest’ultimo caso quello che conta è se il paziente debba campare tre anni sotto effetto di micidiali misture, oppure campare lo stesso tre anni con operazione, ma avere una qualità della vita più che soddisfacente.
Spero di essere stato chiaro, cari saluti.