Già
Lorenza, mi sa che come lo tocchiamo questo argomento alla fine ci andiamo sempre a scottare. Purtroppo il farmaco è davvero poco conosciuto, le idee innovative sono sempre buone, soprattutto quando si apprezzano certi risultati, in parte sono d’accordo su quanto tu dici, mai bisogna fossilizzarsi solo su un argomento, i tentativi bisogna farli, ma a ragion veduta, voglio dire, se in questo momento su alcuni pazienti non si creano problemi inerenti l’assunzione, non vedo perché bisogna forzare la mano per andare a stuzzicare la coda al cane che dorme. Se prendiamo ad esempio il vostro caso, nel quale l’
oncologo, dopo aver valutato attentamente la persona che si trovava di fronte, ha stabilito con quella cadenza quel tipo di cura, secondo me, a sua volta a fronte di esiti soddisfacenti da tac e quant’altro, non dovrebbe variare di una virgola ciò che egli stesso si è inventato. Prendiamo ad esempio il caso
Ivan, a questi, fin dall’inizio l’oncologo gli fece assumere con regolarità il sutent salvo fargli fare 3 settimane di pausa ogni volta, sappiamo che per
Ivan le cose sono andate in modo egregio. Ora non si hanno più sue notizie da tempo, ma l’ultima volta che lo abbiamo sentito aveva comunicato che il suo oncologo voleva cambiargli il dosaggio da 50 a 37,5 mantenendo le 3 settimane di pausa, questo secondo me non si dovrebbe fare, visto che le cose andavano a meraviglia in quel modo. Ho voluto rimarcare ancora questo argomento per significare che, se su un’auto da corsa il motore sta andando a perfezione, non vedo perché farlo rientrare ai box per sostituirlo. Una felice serata a tutti.