la risposta è insita nella natura chimica delle specie coinvolte,
per cui esistono specie che mostrano una naturale tendenza ad ossidarsi in presenza della adeguata quantità di idrogeno, ed altre NO....

i metalli alcalini (i metalli per eccellenza) si ossidano a cationi in presenza di quantità irrisorie di ioni H+, tipo i 10^-7 M derivanti dall'acqua...

es. 2Na(s) + 2H2O --> H2(g) + 2NaOH


molti metalli di transizione si ossidano allo stesso modo Ma con cinetiche molto lente:

Fe(s) + 2H2O --> Fe(OH)2(s) + H2(g)

o in presenza di quantita di ioni H+ più consistenti:

Fe(s) + 2HCl(aq) --> FeCl2(aq) + H2(g)
o
Zn(s) + 2HCl(aq) --> ZnCl2(aq) + H2(g)

questi presentano un potenziale di riduzione standard rispetto all'idrogeno negativo, il chè significa che in presenza di idrogeno (H+) tendono NON a ridursi, MA ad ossidarsi a catione metallico riducendo al contempo lo ione H+ a idrogeno molecolare H2(gas)

ma esistono altri metalli che per loro natura NON tendono ad ossidarsi in presenza di H+ per cui, per ossidarli, bisgona impiegari agenti più forti dell'idrogeno, tipo l'acido nitrico in cui l'elemento che si riduce non è H, ma N:

Cu + 2HNO3 + H2SO4(che non è coinvolto nella redox!) --> CuSO4 + 2NO2 + 2H2O

ovviamnte tali elementi HANNO un potenziale di riduzione positivo e non si ossidano in presenza di H+ (da HCl o H2SO4 che sia)...

=>

1mol Cu : 2mol HNO3 = 3mol Cu : Xmol HNO3

=> X = 3*2/1 = 6mol di HNO3 necessarie per ossidare 3 mol di Cu