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Allevamenti intensivi
Allevamenti intensivi
vista la discussione sotto "consumo critico" ritengo doveroso spiegare bene cos'è un allevamento intensivo e quanto siamo ipocriti nel dire che amiamo gli animali quando poi li mangiamo:
“Allevamenti Intensivi” (pezzi tratti da vari articoli): L'allevamento intensivo, ovvero quanto di più innaturale esista sulla faccia della terra, costituisce l'anticamera della morte per milioni di animali che vi stazionano ogni anno. Essi vi nascono e ne fuoriescono solo il giorno in cui dovranno recarsi sul luogo dell'esecuzione, verso il quale procederanno attraverso un viaggio estenuante fatto di sete e ferite, ma soprattutto con il sentore che sta per accadere qualcosa di terribile. Nessuno di noi vorrebbe mai provare nemmeno per un'ora cosa significhi bivaccare in quei luoghi, proprio perché ce lo immaginiamo. Eppure, secondo un cinico principio, che vede il suo massimo punto di forza nell'assuefazione delle persone, tutto procede a ritmi serrati secondo schemi collaudati, come fosse la cosa più normale del mondo. Immaginiamo i minuti, le ore e i giorni che non passano mai, la puzza stantia, le catene, le luci artificiali sempre accese, il "rancio" servito di frequente e nelle ore più impensabili, la notte indistinguibile dal giorno, la cella microscopica studiata ad hoc per i vitellini, affinché nella totale impossibilità di muoversi possano crescere per quel poco tempo concessogli, con la "carne più tenera". E' insomma un vero e proprio incubo, al cui confronto un film di Dario Argento va bene per addormentarsi quando manca il sonno. Come fa l'umanità ad accettare tutto questo? Il "segreto" sta nel non parlarne mai da parte delle tv, mai e poi mai si devono vedere le condizioni disumane a cui sono sottoposti questi esseri, per i quali il tempo che non passa li conduce all'inedia e alla disperazione più totale. La "spettacolare" industria della carne che viaggia libera alla conquista del mondo, con fatturati secondi solo a quelli dei petrolieri, procede nel silenzio coperto da caos e rumore dei ritmi di vita. Di contro, la maggior parte di noi basta che guardi qualche mucca nei "set cinematografici" di certe trasmissioni, per credere che queste pascolino ancora gaie e felici all'aperto, e che gli asini volino. Ci bastano dunque quelle rassicuranti immagini per metterci al riparo da rimorsi e sensi di colpa; per di più, a fare da ciambella di salvataggio quando il dubbio ci assale o quando il mare della coscienza è agitato, interviene l'immancabile "studio recente", a ricordarci la indubitabile necessità della carne, col piccolo particolare che il più delle volte chi commissiona questi studi indovinate chi è? Sono i produttori di carne, quelli degli allevamenti intensivi…Ora un po’ di storia: “Allevamenti intensivi” sono i capannoni industriali nati negli anni Sessanta in cui sono rinchiusi decine, centinaia, migliaia di animali (in America ci sono feedlots con dentro 100.000 e più capi di bestiame) in condizioni infernali, privati di libertà di movimento, dell'aria e della luce del sole, rinchiusi in gabbie, costretti ad alimentazione forzata, immunodepressi. Le condizioni di vita degli animali, tali da suscitare pietà, sono oggetto di continue battaglie delle associazioni animaliste. Ma non è solo questione di pietà: la concentrazione degli animali e il regime alimentare forzato aumentano lo stress, le malattie e la pericolosità microbica e sono la causa prima e principale della diffusione a raggiera dei veleni e dell'esplosione degli scandali alimentari (“mucca pazza”, "pollo alla diossina” ed altri). La "modernizzazione" zootecnica ha riempito i cibi di residui di stimolatori dell'appetito, antibiotici (metà della produzione mondiale di antibiotici è destinata alla zootecnia), erbicidi, stimolatori della crescita, larvicidi e ormoni artificiali. Proprio l'abuso di antibiotici in zootecnia è all'origine del fenomeno della resistenza che da 20 anni tanto preoccupa gli scienziati e le cui percentuali in Italia sono quintuplicate dal ' 92 a oggi: lo sviluppo di pericolosissimi superbatteri resistenti a tutti i trattamenti farmacologici. Molte altre malattie, l'afta epizootica, l'Aids bovino (Biv), la salmonellosi, l'encefalopatia spongiforme bovina sono consustanziali all'allevamento intensivo. Ecco i metodi di allevamento di alcune specie: MUCCHE E BOVINI: Riescono a farli crescere più velocemente del 50% grazie agli ormoni (autorizzati a scopo terapeutico e nel periodo successivo al parto cioè sempre…) Secondo il Comitato Scientifico dell'Unione Europea anche dosi infinitesimali delle sostanze utilizzate danneggiano la salute umana, innescando tumori e alterando le risposte del sistema immunitario. Inoltre, i valori residuali di ormoni ritenuti innocui fino a dieci anni fa, sono oggi, grazie a dati scientifici più raffinati, considerati rischiosi per i consumatori, specialmente per i bambini in età pre-puberale. Le ricorrenti malattie dei bovini provocate dalle condizioni-limite in cui vivono costringono a terapie antibiotiche senza sosta. All'esame anatomo-patologico si rileva un'incidenza elevata di lesioni muscolari dovute all'uso di sostanze xenobiotiche. La dipendenza della zootecnia dall'industria farmaceutica presenta questi riflessi negativi : - sofferenza e patologie iatrogene negli animali; - residui pericolosi negli alimenti d'origine animale; - gravi rischi epidemiologici per selezione microbica; - alterazioni del processo di depurazione con peggioramento dell’inquinante; - rischi mutageni per i principi emessi nell'ambiente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente messo sotto inchiesta i residui di certi farmaci veterinari nel cibo. E’ matematicamente certo (lo dimostra la sproporzione tra le ricette "ufficiali" e il numero di animali) che i farmaci vengono acquistati sul mercato nero per non doverne segnalare l'uso. Poi, poco prima della macellazione, viene somministrato agli animali un fortissimo diuretico che cancella le tracce delle sostanze illegali. Hanno luogo anche trattamenti con farmaci sperimentali. Nei mangimi in passato si è trovato ogni genere di rifiuto ripugnante: carogne di animali, scarti dell'industria di trasformazione, lettiere o escrementi animali, residui della lavorazione dello zucchero, dell'olio, paglia trattata con ammoniaca, olii esausti di motori, addirittura i reflui inquinanti delle distillerie di whisky e di gin; acque nere, bollite, delle puliture dei macelli e delle stalle, "condite" con gli scarti della spremitura a caldo dei resti dei macelli. Il mais, che nella dieta dei poveri bovini ha sostituito il più costoso fieno, fermenta nel loro colon e favorisce la proliferazione di batteri, causa di pericolose infezioni… Così, nei grassi degli animali si accumulano le diossine, pesticidi e metalli pesanti come il cadmio, piombo, arsenico e cromo. Perfino nelle mangiatoie dei disgraziatissimi animali si annidano veleni, antimicrobici non dichiarati. Un altro problema assai grave è quello dell'importazione di carni clandestine, che, per evitare l'Iva, sfuggono qualunque accertamento sanitario. Per evadere l'Iva si è creato un mercato clandestino lucrosissimo. Ma anche nell'importazione legale il controllo è possibile solo sulle mezzene, non sulla carne pezzata e confezionata che finisce sul banco di macelleria. E non ci sono solo veleni "artificiali". Come se non bastasse, anche i “contaminanti naturali" sono un'insidia per chi mangia carne: le aflatossine (un tipo di micotossine, sostanze tossiche prodotte dalle muffe) possono contaminare i cereali destinati a diventare mangime per animali prima e durante il raccolto o per immagazzinamento e conservazione sbagliati. Quando gli animali mangiano cibo contaminato, perdono peso e diminuisce la produzione di latte; i metaboliti di queste tossine infettano i tessuti animali commestibili, e si riversano nel latte. Sono pericolose per la salute umana concentrazioni di aflatossine superiori a 20 miliardesimi di grammo nei mangimi e a 0.5 miliardesimi di grammo nel latte! Infine, lo stress innaturale e perpetuo causa un accumulo di adrenalina che realmente avvelena la carne, la cui assunzione può essere nociva per l'uomo. Motivi dello stress: condizioni di vita, alimentazione forzata, interminabili trasporti di ore e giorni con carri bestiame fermi alle frontiere o nei porti senza alcun supporto vitale, niente acqua, niente riposo, niente riparo dal sole torrido o dalla pioggia. Unica speranza, la morte. VITELLI: il sistema per mantenere la carne pallida, rosea e delicata consiste nel tenerli in condizioni enormemente innaturali. Al terzo-quarto giorno di vita, strappati alle madri inseminate artificialmente, vengono collocati ognuno in un box largo 40 cm . e lungo un metro e mezzo. I vitelli sono legati con una catena al collo per impedire ogni movimento (la catena potrà esser tolta quando saranno cresciuti tanto da occupare tutto il ristretto spazio del box). Essi non vedranno mai né paglia né fieno, poiché mangiarne potrebbe rovinare il tenue colorito delle carni. Gli studiosi, per questi poveri vitellini, parlano di stress acuto e cronico, le cui conseguenze sono immunodeficienza (i vitellini si ammalano), infezioni, necessità di antibiotici. Nutriti con budini semiliquidi iperproteici che causano un’inestinguibile arsura (l'acqua è loro assolutamente negata, per indurli a ipernutrirsi, mangiando più budino e più velocemente) e un’inarrestabile dissenteria per spingerli all'anemia al fine di sbiancare le carni, disordini digestivi e ulcere sono frequenti; sottoposti a cicli costanti di trattamenti antibiotici, dopo tredici-quindici settimane si portano al macello. Avete mai visto gli occhioni spaventati di un vitello portato al macello? L’allevamento intensivo di bovini e vitelli è anche un rischio ecologico e biologico, oltre che sanitario. I vitelli sono la “residenza” preferita di germi e infezioni e altre malattie epidemiche. Per esempio, nel novembre '99 un modello di simulazione dinamica realizzato dal Dipartimento di farmacologia, microbiologia e igiene alimentare della Scuola norvegese di scienze veterinarie di Oslo ha stabilito che, anche qualora l'importazione di carne di vitello in Norvegia cessasse nel volgere di due anni, per oltre dieci anni continuerebbero a crescere le infezioni da Taenia saginata nei vitelli domestici, e di conseguenza gli episodi epidemici di infezioni negli uomini. Nell'agosto del 1999 è stato isolato in Malesia un Enterococcus Faecium quasi invincibile, resistente alla vancomicina e a un'ampia gamma di antibiotici. E dov'era? Era in 10 campioni di tessuto molle di carne bovina. Nota di demerito speciale per il fegato di vitello e di bovino adulto, che molti ritengono "prelibato". Il fegato si impregna di tutte le sostanze nocive assimilate dagli altri organi. MAIALI: oltre a quello già detto per i vitelli, quando gli animali sono mantenuti sul grigliato, l'aria dei capannoni è caratterizzata da un eccesso di ammoniaca ed altri gas, che rappresenta un fattore irritante per le mucose delle vie respiratorie, che determina uno stato di continua irritazione e a volte porta a forme polmonari o bronchiali più gravi, per cui la somministrazione di farmaci deve essere continua.E parliamoci chiaro, dal punto di vista dell'intelligenza i maiali non hanno niente da invidiare a cani e gatti solo che loro vengono uccisi a milioni ogni giorno... Conclusione: In Europa vengono consumate tonnellate di antibiotici legali per favorire la crescita artificiale di polli, suini, tacchini e vitelli. A queste vanno aggiunte tutte le sostanze illegali largamente impiegate, che molto difficilmente vengono scoperte nei controlli veterinari (che sono comunque pochissimi o insufficienti) perché sono sempre diverse e se non si conosce a priori la sostanza cercata non si possono eseguire test per scoprirne la presenza. Tutto ricade sull’uomo. Molti studi di anatomia comparata affermano che l’uomo non è carnivoro, ma la sua costituzione è atta a mangiare solo frutta, semi, cereali e ortaggi. Non siamo stati creati per mangiare carne: abbiamo nella saliva la ptialina che serve a predigerire amidi e cereali; i nostri molari piatti sono simili a quelli degli erbivori e servono non per strappare, come fanno i carnivori, bensì per sminuzzare e macinare verdure, semi e cereali; il nostro stomaco non ha né la struttura né l’acidità dello stomaco dei carnivori e il nostro intestino è molto più lungo di quello degli animali carnivori. Questi ultimi evacuano rapidamente la carne ingerita, mentre nel nostro intestino, essendo circa 10 volte più lungo di quello dei carnivori, la carne ristagna alcuni giorni e così ha tutto il tempo per imputridire, formando sostanze altamente tossiche nonché cancerogene. Non abbiamo nel fegato l’uricasi, quell’enzima presente negli animali carnivori il cui compito è quello di scindere l’acido urico prodotto dalla carne. Pertanto, senza l’enzima “uricasi”, l’acido urico resta nel nostro organismo come prodotto di scarto che affatica i reni, si deposita nelle cartilagini, creando così i presupposti per infiammazioni, dolori, gotta, artriti e così via… Differenza fra vegetariani e vagani: Molti mi chiedono che differenza ci sia fra vegetariani e vegan: i vegan non mangiano derivati degli animali come uova e latte…e perché vi chiederete? Ve lo spiego…: La sofferenza causata dagli allevamenti per la produzione di uova e di latte agli animali è ancora maggiore rispetto a quella cui sono sottoposti gli animali “da carne”, perché dura più a lungo, usa metodi ancora più cruenti, e causa un forte dolore anche emotivo negli animali. Per capire bene la situazione, vediamo come funzionano questi allevamenti: Per la produzione di latte, la mucca deve essere ingravidata e partorire un vitello ogni anno. Le mucche infatti non producono latte per magia, ma perché, come tutti i mammiferi, devono nutrire il proprio piccolo quando nasce. Quel che accade è che il vitellino viene subito portato via alla madre, con estrema sofferenza e dolore per entrambi. Viene allevato in un piccolo box senza possibilità di movimento per 6 mesi e poi viene macellato. Sarebbe d’altro canto impensabile mantenerlo per 20 o 30 anni senza che sia “produttivo” quindi queste uccisioni sono qualcosa di obbligato affinché la produzione di latte possa avvenire. La mucca dopo circa un anno smette di produrre latte, ma nel frattempo è già stata nuovamente ingravidata, e quindi è già pronta a partorire un altro figlio, che le viene di nuovo portato via. Dopo 4-5 anni (ma ormai sono diventati solo 2 o 3, nei moderni allevamenti) di questa vita, la mucca è talmente sfruttata che non riesce più a essere abbastanza produttiva, viene quindi mandata al macello pure lei. Tante volte accade che queste mucche non riescano nemmeno a reggersi ancora in piedi. E’ tristemente noto il problema delle “mucche a terra”, animali così sofferenti da non riuscire a stare in piedi, che vengono caricate sui camion verso il macello a suon di spinte o con argani (fatte vedere sa Striscia la notizia nei mesi scorsi). Per la produzione di uova il discorso è analogo. Si parte con la “produzione” di pulcini, quelli che dovranno diventare galline ovaiole, cioè galline utilizzate per produrre le uova che vengono vendute per l’alimentazione umana. Esistono fabbriche piene di incubatrici in cui le uova fecondate sono tenute, fino alla schiusa. A quel punto, se il pulcino è femmina, diventerà gallina ovaiola; se è maschio, è inutile, perché non è della razza giusta per diventare un pollo “da carne” (e se lo fosse, verrebbe allevato in capannoni orrendi e ucciso a 6 settimane) e non essendo femmina non farà le uova. Viene quindi ucciso subito, o tritato vivo o soffocato in un sacco assieme a migliaia di suoi simili. Alle femmine, invece viene tagliato il becco, perché non possano ferire le compagne di gabbia una volta adulte, quando per la disperazione di essere costantemente rinchiuse potranno diventare aggressive. Passano poi i due anni successivi in gabbie piccolissime, senza mai vedere la luce del sole, e infine vengono macellate. Ecco dunque spiegato come la produzione di latte uccida vitelli e mucche e crei sofferenza psicologica e fisica estrema a entrambi e come la produzione di uova uccida in modo agghiacciante i pulcini maschi, torturi per 2 anni le femmine e poi le faccia finire al macello. Ed ecco perché molti vegetariani per non uccidere gli animali decidono di diventare vegani. Di seguito alcuni dati: Animali Uccisi • Nel mondo vengono uccisi a scopo alimentare: o 170 miliardi di animali ogni anno; o oltre 14 miliardi di animali ogni mese; o mezzo miliardo di animali ogni giorno; o 19 milioni di animali ogni ora; o oltre 300.000 animali ogni minuto; o oltre 5.390 animali al secondo. • Il numero di animali uccisi ogni 3 ore nel mondo per la nostra alimentazione è pari al numero di abitanti dell'Italia. • Il numero di animali uccisi ogni secondo per la nostra alimentazione è superiore al numero di morti nell'attentato dell'11 settembre contro le Torri Gemelle. • Nella sola Italia vengono uccisi per finire sulle nostre tavole: o 2 miliardi e mezzo di animali ogni anno; o 225 milioni di animali ogni mese; o 8 milioni di animali ogni giorno; o oltre 300.000 animali ogni ora; o 5100 animali ogni minuto; o 90 animali al secondo. • Ogni minuto solo in Italia per la nostra alimentazione viene ucciso un numero di animali pari al numero di vittime dell'attentato dell'11 settembre contro le Torri Gemelle • Ogni anno solo in Italia viene ucciso un numero di animali pari alla metà della popolazione mondiale. Veganismo e salute • Nei vegetariani gli attacchi cardiaci sono rarissimi, stimabili in pochi percento rispetto alla media della popolazione. • Nei vegetariani la probabilità di ammalarsi di tumore sono inferiori del 60% rispetto a quelle della media della popolazione. • Le aspettative di vita di un vegetariano sono superiori di oltre 6 anni rispetto alla media della popolazione. • In uno studio americano sul regresso delle malattie cardiache il 99% dei pazienti esaminati ha fermato l'evolversi della malattia dopo aver cambiato le proprie abitudini alimentari. Veganismo e fame nel mondo • Nel mondo muoiono di fame: o 9.000.000 persone ogni anno; o 700.000 persone ogni mese; o 170.000 persone ogni settimana; o 24.000 persone ogni giorno. o • In questo momento oltre 200 milioni di bambini soffrono a causa della denutrizione. • Ogni anno gli animali allevati per la nostra alimentazione consumano 145 milioni di tonnellate di cereali e soia per produrre 21 milioni di tonnellate di cibo, i rimanenti 124 milioni vengono persi nella catena. • Circa un terzo del grano prodotto nel mondo viene utilizzato per l'alimentazione degli animali cosiddetti 'da macello'. • In India il 37% della terra coltivabile viene utilizzata per produrre mangime per gli animali che verranno poi uccisi. • In Brasile 5,6 milioni di acri di terreno sono utilizzati per produrre mangime destinato all'esportazione in Europa, dove nutrirà animali destinati all'alimentazione. • La stessa quantità di vegetali, mangiata direttamente, può nutrire un numero di persone 5 volte maggiore rispetto a quando viene fatta mangiare agli animali e trasformata poi in carne. • Per nutrire l'attuale popolazione con una dieta non vegetariana servirebbe una quantità di vegetali tre volte superiore a quella che è possibile produrre. • Il 90% del cibo mangiato dagli animali che saranno uccisi per la nostra alimentazione e tutta l'acqua che bevono viene eliminato da questa inefficiente catena alimentare. • Per produrre 1 kg di carne servono 16 kg di vegetali. • Un miliardo di persone soffre la fame, mentre 4 miliardi di mucche e decine di miliardi di altri animali vengono nutriti per essere trasformati in cibo. • Se il 10% delle persone diventasse vegetariano, il conseguente risparmio di risorse naturali sarebbe sufficiente a sfamare 60 milioni di persone. Direi che c’è da riflettere. |
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Alcune citazioni per riflettere:
Auschwitz inizia ogni volta che qualcuno guarda a un mattatoio e pensa: sono soltanto animali. Theodor Adorno (Fonte sconosciuta) Si uccidano pure gli animali, ci si cibi delle loro carni, se si vuole, ma gli si evitino, finché sono in vita, inutili sofferenze. Vannuccio Barbaro, Scartafacci (postumo, 2012) Un cavallo o un cane adulti sono senza paragone animali più razionali, e più comunicativi, di un bambino di un giorno, o di una settimana, o persino di un mese. Ma anche ammesso che fosse altrimenti, cosa importerebbe? Il problema non è "Possono ragionare?", né "Possono parlare?", ma "Possono soffrire?". Jeremy Bentham, Introduzione ai principi della morale e della legislazione, 1789 Verrà il giorno in cui il resto degli esseri animali potrà acquisire quei diritti che non gli sono mai stati negati se non dalla mano della tirannia. Jeremy Bentham, Introduzione ai principi della morale e della legislazione, 1789 Mattatoio. Luogo dove bestie massacrano altre bestie. È situato in genere a una certa distanza dagli abitati della specie umana, in modo che chi mangia carne non sia disturbato dalla vista del sangue. Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911 Dibattiti sempre più frequenti ed estesi, riguardanti la liceità della caccia, i limiti della vivisezione, la protezione di specie animali diventate sempre più rare, il vegetarianesimo, che cosa rappresentano se non avvisaglie di una possibile estensione del principio di eguaglianza al di là addirittura dei confini del genere umano, un'estensione fondata sulla consapevolezza che gli animali sono eguali a noi uomini, per lo meno nella capacità di soffrire? Norberto Bobbio, Destra e sinistra, 1994 In qualche cosa siamo certamente superiori agli animali; ma nell'animale non c'è niente che non possa essere anche in noi. Ludwig Börne, Frammenti e aforismi, 1840 Davanti al mattatoio fanno la fila centinaia di cavalli e di asini spelacchiati e smunti. L'assassinio degli animali dopo una vita di duro lavoro − perché devono lavorare gli animali? − è un doppio assassinio. Sono martiri senza regno dei cieli. Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001 Maiali costretti in stambugi senza luce. Galline chiuse notte e giorno nell'incubatrice. Oche inchiodate con le zampe al pavimento. Vitelli che passano dalla prigione al macello senza aver mai visto un prato. Gli ultimi animali, superstiti di una moltitudine che riempiva festosamente la terra, sono ridotti a un'eterna notte. Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001 Mi addolora che non si arriverà mai a un'insurrezione degli animali contro di noi, degli animali pazienti, delle vacche, delle pecore, di tutto il bestiame che è nelle nostre mani e non ci può sfuggire. Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973 Già sarebbe un sollievo per me vedere un unico toro che mettesse in fuga questi eroi, i toreri, e in più un'intera arena assetata di sangue. Elias Canetti, La provincia dell'uomo, 1973 Finora si è considerato il campo animale come un campo libero dove uno potesse portare stragi; la nonviolenza inizia il piano di un accordo col campo animale, che potrà arrivare molto lontano. Aldo Capitini, Religione aperta, 1955 Ritengo che sia un limite della nostra cultura il fatto di avere un'opinione così elevata di noi stessi. Ci riteniamo infatti a torto più simili agli dèi anziché alle scimmie. Angela Carter (Fonte sconosciuta) I prodotti farmaceutici per cani e gatti dovrebbero essere prima sperimentati sull'uomo, tenuto in appositi stabulari. Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979 Dicono di avere abolito i sacrifici animali! Soltanto il rito hanno abolito: li sterminano ininterrottamente, illimitatamente, senza bisogno: il sacerdote si è fatto industria. Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979 Per quanta giustizia possa esserci in una città, basterà la presenza del mattatoio a farne una figlia della maledizione. Per quanto nobile possa essere una ricerca di medicina, la sperimentazione su esseri viventi ne farà sempre una figlia della maledizione. Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979 Tutte le torture, i patimenti, i terrori (per Némesis, imperdonabili) inflitti agli animali appartengono legittimamente al dolore infinito della storia e ne modificano il senso, se ne abbia uno. Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987 La grazia sia sul principe Asoka per gli editti sulla colonna − specialmente il quinto − che proclamano i diritti degli animali invece dell'orribile signoria indiscriminata dell'uomo, su William Hogarth per The Four Stages of Crudelty, su Jonathan Swift per aver fatto governare gli uomini dai cavalli, su Giovenale per aver avuto compassione dei cavalli di Seiano, su Emil Zola per Pologne, Trompette e Bataille, le bestie dolorose di Germinal, su André Abegg per la fotografia dell'agnello tra i macellai della Villette. Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987 Che cosa resterebbe delle nostre tragedie se una bestiola letterata ci presentasse le sue? Emil Cioran, Sillogismi dell'amarezza, 1952 Siamo circondati da un'impresa di degradazione, crudeltà e sterminio che può rivaleggiare con ciò di cui è stato capace il Terzo Reich, anzi, può farlo apparire poca cosa al confronto, poiché la nostra è un'impresa senza fine, capace di autorigenerazione, pronta a mettere incessantemente al mondo conigli, topi, polli e bestiame con il solo obiettivo di ammazzarli. John Maxwell Coetzee, La vita degli animali, 1999 La compassione e l'empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono. Charles Darwin (Fonte sconosciuta) Questa umanità che si considera figlia di Dio, divina e portata a dominare la terra, in realtà la sta sconvolgendo e non tiene conto degli altri ospiti che sono su questo pianeta, o ne tiene conto soltanto per farsene delle pellicce, per utilizzarli come cibo, per utilizzarli nel lavoro. È la più grossa impresa di schiavitù della storia. Ennio Flaiano, Intervista a Giulio Villa Santa, Radio della Svizzera italiana, 1972 Il nostro prossimo è tutto ciò che vive. Mohandas Gandhi (Fonte sconosciuta) La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. Mohandas Gandhi (Fonte sconosciuta) Tutti gli esseri sensibili hanno diritto di vivere. È evidente che i mammiferi, gli uccelli, i pesci provano il piacere e il dolore, e che di conseguenza non amano soffrire più di quanto lo amiamo noi. Quando si abusa nell’impiego di questi animali al solo scopo di trarne profitto, anche senza prendere in considerazione il punto di vista buddhista, si entra comunque in contraddizione con i valori morali fondamentali. Tenzin Gyatso (Dalai Lama), I consigli del cuore, 2001 Chi non prova la minima esitazione né la minima compassione quando uccide un animale o lo fa soffrire, ovviamente farà più fatica di un altro a provarne nei confronti dei suoi congeneri. Tenzin Gyatso (Dalai Lama), I consigli del cuore, 2001 Alcuni osservano che comunque gli animali si divorano fra loro. È vero, ma non si può negare che quando gli animali ne divorano altri tengono un comportamento semplice e diretto. Quando hanno fame uccidono, quando non hanno fame non uccidono. È un atteggiamento assai diverso da quello degli uomini, che sopprimono milioni di mucche, pecore, polli e altri animali solo in nome del profitto. Tenzin Gyatso (Dalai Lama), I consigli del cuore, 2001 Ci si può domandare: cosa sarebbe l'uomo senza gli animali? Ma non il contrario: cosa sarebbero gli animali senza l'uomo? Christian F. Hebbel, Diari, 1857 La vanità dell'uomo lo persuade che è il centro dell'universo. Egli si crea un mondo e un Dio per suo esclusivo vantaggio; si crede tanto importante da poter alterare a suo piacimento il corso della natura; ma ragiona da ateo appena si tratta degli altri animali. S'immagina che gli esseri di specie diversa dalla sua siano degli automi poco degni delle attenzioni della Provvidenza universale, e che le bestie non possano essere oggetto della sua giustizia o della sua bontà. Paul-Henri Thiry d’Holbach, Il buon senso, 1772 Per prima cosa fu necessario civilizzare l’uomo in rapporto all’uomo. Ora è necessario civilizzare l’uomo in rapporto alla natura e agli animali. Victor Hugo (Fonte sconosciuta) La crudeltà nei confronti degli animali non è conciliabile né con una vera cultura né con una vera erudizione. Essa è una dei vizi caratteristici di un popolo rozzo e ignobile. Alexander von Humboldt (Fonte sconosciuta) Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta le bestie. Immanuel Kant (Fonte sconosciuta) Subito all’inizio della Genesi è scritto che Dio creò l’uomo per affidargli il dominio sugli uccelli, i pesci e gli animali. Naturalmente la Genesi è stata redatta da un uomo, non da un cavallo. Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984 Non esiste alcuna certezza che Dio abbia affidato davvero all’uomo il dominio sulle altre creature. È invece più probabile che l’uomo si sia inventato Dio per santificare il dominio che egli ha usurpato sulla mucca e sul cavallo. Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984 L’umanità sfrutta le mucche come il verme solitario sfrutta l’uomo: si è attaccata alle loro mammelle come una sanguisuga. L’uomo è un parassita della mucca; questa è probabilmente la definizione che un non-uomo darebbe dell’uomo nella sua zoologia. Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984 La vera bontà dell'uomo si può manifestare in tutta purezza e libertà solo nei confronti di chi non rappresenta alcuna forza. Il vero esame morale dell'umanità, l'esame fondamentale (posto così in profondità da sfuggire al nostro sguardo) è il suo rapporto con coloro che sono alla sua mercé: gli animali. E qui sta il fondamentale fallimento dell'uomo, tanto fondamentale che da esso derivano tutti gli altri. Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere, 1984 Noi non abbiamo due cuori − uno per gli animali, l'altro per gli umani. Nella crudeltà verso gli uni e gli altri, l'unica differenza è la vittima. Alphonse de Lamartine (Fonte sconosciuta) Il nostro amore per gli animali si misura dai sacrifici che siamo pronti ad affrontare per loro. Konrad Lorenz, L'anello di Re Salomone, 1949 È impossibile rompere l'amicizia con un cane fedele, e darlo via equivale a un omicidio. Konrad Lorenz, L'anello di Re Salomone, 1949 Una mostruosità del nostro secolo è stata la costituzione degli allevamenti intensivi e lo sviluppo di una complessa disciplina di tortura che si chiama zootecnia. Il lager zootecnico non solo ha rimosso qualsiasi senso di responsabilità umana nei confronti degli animali domestici, ma ha fatto di più: ha volutamente ignorato le loro caratteristiche di esseri senzienti. Questa attività è letteralmente un crimine legalizzato. Roberto Marchesini, Oltre il muro, 1993 In tutti i tempi gli uomini più profondi hanno avuto compassione degli animali, proprio perché essi soffrono della vita, ma non hanno la forza di rivolgere la punta del dolore contro se stessi e di comprendere metafisicamente la loro esistenza; il vedere il dolore senza senso suscita anzi ribellione nel più profondo dell'anima. Friedrich Nietzsche,Schopenhauer come educatore, 1874 Chi tortura gli animali paga già nella sua miseria. Sono contro la debolezza umana e a favore della forza che le povere bestie ci dimostrano tutti i giorni perdonandoci. Anna Maria Ortese (Fonte sconosciuta) La crudeltà verso gli animali è tirocinio della crudeltà contro gli uomini. Publio Ovidio Nasone (Fonte sconosciuta) Tutti gli animali diffidano dell'uomo, e non hanno tutti i torti, ma quando sono sicuri che non vuol fargli del male, la loro fiducia diventa così grande che bisogna essere più che barbari per abusarne. Jean-Jacques Rousseau, Le confessioni, 1782/89 (postumo) Non già pietà, ma giustizia si deve all'animale − e nel maggior numero dei casi, se ne resta debitori. Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851 Le società per la protezione degli animali nei loro ammonimenti continuano a usare il cattivo argomento secondo cui la crudeltà verso gli animali conduce alla crudeltà verso gli uomini; - come se soltanto l'uomo fosse un oggetto diretto di dovere morale e l'animale invece soltanto un oggetto indiretto, in sé essendo nient'altro che una cosa. Che schifo! Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851 È giunta l'ora di porre fine in Europa alla concezione ebraica della natura, almeno riguardo agli animali, e di riconoscere, risparmiare e rispettare in quanto tale l'eterna essenza, che, come in noi, vive anche in tutti gli animali. Arthur Schopenhauer, Parerga e paralipomena, 1851 Una cretinata tutta particolare dei filosofastri di oggi è che essi danno per certo che gli animali non hanno un Io, mentre loro, evidentemente, ne avrebbero uno. Arthur Schopenhauer, Nachlass, (postumo 1966/75) I chierici e i loro compari, che oggi esistono anche tra gli zoologi, non sopportano che nel sistema della zoologia l'uomo venga annoverato tra gli animali: miserabili! Essi disconoscono lo spirito eterno che, unico e identico, vive in tutti gli esseri, e peccano contro di lui nella loro infantile illusione. Arthur Schopenhauer, Nachlass, (postumo 1966/75) Quanto dobbiamo invidiare gli animali per la loro spensieratezza! Nel 99 per cento dei casi, gli animali sono infelici solo quando li rendono tali gli uomini. Arthur Schopenhauer, Nachlass, (postumo 1966/75) Ciò che i Nazisti hanno fatto agli Ebrei, gli umani lo stanno facendo agli animali. Isaac B. Singer, Nemici. Una storia d'amore, 1972 Se il possesso di un superiore livello di intelligenza non autorizza un umano ad usarne un altro per i suoi fini, come può autorizzare gli umani a sfruttare i non-umani per lo stesso scopo? Peter Singer, Liberazione animale, 1975 È bene si scaccino i demoni dagli umani, ma che poi debbano pagarne le conseguenze i porci, mi sembra ingiusto. Giovanni Soriano, Maldetti. Pensieri in soluzione acida, 2007 A quali livelli d’infamia possa arrivare l’umano, si evince dalla mancanza di ritegno col quale tratta i cosiddetti “animali da allevamento”, gli esseri più inoffensivi e indifesi di questa Terra. Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010 Ogni religione che concentra tutte le sue attenzioni sull’essere umano senza mostrare alcun tipo di riguardo verso tutte le altre creature della Terra, persino le più insignificanti, non è una religione. Giovanni Soriano, Finché c'è vita non c'è speranza, 2010 Il modo perfettamente "razionale" in cui noi uomini alleviamo gli animali per ucciderli, tagliando la coda ai maiali perché quelli dietro non la mordano a quelli davanti, e il becco ai polli perché, impazzendo nella loro impossibilità di muoversi, non attacchino il vicino, è un ottimo esempio della barbarie della ragione. Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, 2004 Due cose mi sorprendono: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. Flora Tristan (Fonte sconosciuta) Gli animali hanno propri diritti e dignità come te stesso. È un ammonimento che suona quasi sovversivo. Facciamoci allora sovversivi: contro ignoranza, indifferenza, crudeltà. Marguerite Yourcenar (Fonte sconosciuta) Ci sarebbero meno bambini martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto l'abitudine ai furgoni dove le bestie agonizzano senza cibo e senz'acqua dirette al macello. Marguerite Yourcenar, Il tempo grande scultore, 1983 Il compito più alto di un uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà. Emile Zola (Fonte sconosciuta) |
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Una testimonianza di chi ha visto coi propri occhi cosa accade nei macelli (tratto da agire ora):
Forse per mancanza di coraggio, per codardia o per eccessiva debolezza, non ho mai guardato di mia spontanea volontà un filmato dove si vedano animali durante la macellazione. Non me la sono mai sentita. Sapevo, per immagini viste o per descrizioni di altri, cosa succede in quelle fabbriche di morte, ma non ho mai voluto guardare ciò che succede lì dentro con i miei occhi. Ho sempre pensato che non avevo bisogno di guardarli, perché non dovevo essere sensibilizzata sull'argomento: ho deciso di diventare vegetariana e poi vegana tanti anni fa, senza aver mai visto nulla di questo, ma ben sapendo la verità. E proprio io, che non ho mai avuto il coraggio di guardare, sono stata in un macello di suini e in uno di bovini. Ho visto e sentito tutto con i miei occhi e le mie orecchie, non seduta davanti ad uno schermo ma lì, in piedi davanti a decine di animali in fila pronti per essere condannati a finire nel piatto di qualcuno, in fila per essere uccisi da persone che lo fanno di lavoro, tutti i giorni. Esseri viventi come noi, con le loro emozioni, i loro sentimenti. Lì in fila, impauriti e destinati ad essere mangiati da noi umani. Li ho visti e guardati negli occhi, ho visto e sentito la loro paura e il loro terrore, la loro incomprensione nel vedere il loro compagno stordito da una scossa elettrica o da un proiettile, in attesa che un coltello impugnato da un essere umano tagliasse loro la gola, ponendo fine alla loro schiavitù. Sono studente di Medicina Veterinaria e per noi sono previste esercitazioni e tirocini pratici in tutti i campi della veterinaria, non solo quelli relativi alla cura dei nostri cosiddetti animali d'affezione: tra questi c'è l'analisi e l'ispezione di alimenti di origine animale. Per questo ci hanno portato al macello: per assistere alle fasi di macellazione, dallo stordimento fino al completo disassemblamento dell'animale e per insegnarci a fare una visita ispettiva su certi organi e parti degli animali macellati, in modo da escludere la presenza di eventuali patologie o trattamenti illeciti con farmaci che possono danneggiare la salute del consumatore. Inizialmente avevo deciso di non andarci, non avevo molta scelta ma preferivo "faticare" a passare questo esame piuttosto che assistere all'uccisione di animali innocenti. Poi mi sono fatta coraggio e ho deciso di andare e di vedere in prima persona cosa succede, per sapere e per poter diffondere quello che ho visto e sentito. In questo macello vengono uccisi circa 120 animali all'ora... 700 al giorno e quasi 120.000 all'anno. Gli animali arrivano al macello trasportati su camion che penso prima o poi a tutti sia capitato di vedere in autostrada. Qui vengono fatti scendere e rimangono in attesa nelle "stalle di sosta", dove possono rimanere al massimo 24 ore. In queste stalle gli animali possono solo abbeverarsi, non mangiare, perché altrimenti il contenuto stomacale potrebbe creare poi problemi igienici in fase di macellazione. Queste prigioni sono vicinissime al luogo di stordimento e uccisione, e gli animali possono sentire i rumori e i versi dei loro compagni che vengono uccisi. Li ho guardati negli occhi ed è stato terribile sapere che entro pochi minuti quegli animali che stavo vedendo lì vivi sarebbero stati letteralmente smontati per finire sullo scaffale di un supermercato. Uno per uno i maiali o i bovini vengono spinti da un operatore, che spesso si aiuta con un bastone che emette scariche elettriche, in un corridoio che li porta su una pedana dove vengono poi bloccati tramite delle transenne. I maiali vengono storditi tramite elettronarcotizzazione, cioè viene loro inflitta una forte scarica elettrica in testa: l'animale, ancora vivo, cade a terra, vicino a quello che è appena stato ucciso prima di lui e gli vengono tagliati i grossi vasi del collo per permettere al sangue di uscire mentre ancora il cuore sta funzionando, cosicché l'animale muore per dissanguamento. Mentre questo succede, l'animale, benché stordito, si muove ed è in preda a convulsioni e quello a cui toccherà poi la stessa sorte lo può vedere e può percepire la sua agonia. Dopo la morte, i maiali vengono immersi in una vasca di scottatura a 60 gradi, che serve per rimuovere le setole (ma non tutti arrivano lì già morti...). Successivamente, vengono appesi e viene passata una fiamma sui loro corpi per alcuni secondi in modo da togliere i residui di pelo. Da qui in poi ho assistito ad una vera e propria catena di smontaggio dove alla fine dell'essere vivente che provava emozioni e sentimenti non è rimasto che una carcassa fredda e dura, pronta per essere lavorata e diventare prosciutto, mortadella, salsiccia, lardo e quant'altro. I bovini invece vengono storditi mediante un colpo in mezzo alla fronte fatto con una pistola a proiettile captivo. Ho potuto vedere da vicino uno di loro, un vitello di circa 1 anno: aveva capito quello che gli stava per succedere e cercava in tutti i modi di evitare la pistola che gli avrebbe fatto un buco nel cervello. Ma anche per lui non c'è stato niente da fare ed è caduto a terra in pochi istanti, sotto gli occhi del suo compagno in attesa e sotto i miei occhi impotenti. A questo punto è stato appeso per una zampa e l'ho guardato per l'ultima volta negli occhi ormai vitrei ma ancora vivi... e anche a lui è stata tagliata la gola. Ho visto litri di sangue uscire e sgorgare a terra mentre lui finiva così la sua triste e breve vita. Anche lui, come tutti gli altri prima e dopo di lui, è stato scuoiato e fatto a pezzi. La sua pelle finirà nelle concerie, per fare le giacche, le scarpe o i divani in pelle che arredano le nostre case, la sua carne finirà nel piatto di qualcuno, a casa o al ristorante o a qualche grigliata tra amici. Mentre la sua testa e gran parte delle sua interiora verranno buttati in quei cassonetti che sono fuori dallo stabilimento... tante teste ammassate una sull'altra, senza pelle, con gli occhi aperti e con quel foro nel cranio che li ha portati via dal mondo. Io non voglio fare il veterinario per lavorare in un macello. Voglio essere un veterinario che cura gli animali per salvarli, per farli stare bene e per far avere loro una vita bella, sana e che sia la più lunga possibile. Non voglio curare gli animali per far stare bene un allevatore e i dipendenti della sua azienda. Purtroppo tutto questo all'università e ai professori che ci insegnano il mestiere non interessa: il veterinario è anche e soprattutto questo e se vuoi far parte di questo mondo devi essere presente alle esercitazioni pratiche, come questa e come tante altre, e devi sostenere esami che ti insegnano le tecniche di allevamento e i metodi per macellare gli animali, indipendentemente dal perché tu voglia curare gli animali. Va bene. Per riuscire a fare quello che si vuole nella vita bisogna sempre andare incontro a degli ostacoli, grossi o piccoli che siano. Questo per me è un grosso ostacolo, perché niente e nessuno potrà mai cancellare dalla mia memoria quello che ho visto e sentito oggi e in questi anni di studio. Rimarranno sempre nel mio ricordo gli occhi dolci e impauriti di questi animali sfortunati, nati per servire e per soddisfare i gusti e la moda di una specie ignobile di cui mi vergogno di fare parte. Ma dal momento che ormai queste cose sono impresse in me in maniera indelebile, voglio farne buon uso, a favore degli animali che sono morti oggi, di quelli morti ieri e negli anni passati e di quelli che moriranno domani e negli anni futuri... sperando che un giorno tutto ciò non esista più. Ho deciso di condividere con chi leggerà le mie sensazioni, le mie sofferenze. E ancora di più di trasmettere a voi quello che ho visto e sentito, nella speranza che anche solo uno di voi apra gli occhi e si renda consapevole di cosa succede ogni giorno nel mondo, con la convinzione che anche una piccola goccia di acqua che si muove in senso contrario possa trascinare con sé altre gocce in un fiume in piena, fino ad invertirne il corso. |
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Ipocrisia e incoerenza regnano sovrane nella societa' nella quale viviamo, tanto nei valori che riconosciamo all'uomo quanto agli animali.
E' giusto e importante condividere certi concetti che aiutino a riflettere. |
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