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Vecchio 07-31-2007, 05:13 PM
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Quali criteri usare per scegliere un prodotto all'acquisto?


Come al solito sono a fare il rompiscatole ed a volte ad andare controtendenza. Intanto mi vien da dire leggendo di vegan ed actarus vari che l’evoluzione ci ha creati onnivori ed ogni qual si voglia modificazione dell’apporto nutritivo all’organismo porta inevitabilmente a squilibri vari. Pensando ai primi ominidi che dovevano accontentarsi di poco, quando trovavano della carne anche “frollata” erano piuttosto soddisfatti. Gli estremismi non servono a nulla in nessun caso. Comunque concordo con l’essere più attenti all’etichetta dei prodotti, che per legge è tenuta a riportare luogo di confezionamento e quindi provenienza della merce, anche se può trarre in inganno. Perché anche se un alimento o un articolo sono stati preparati e confezionati nelle vicinanze del nostro comune di residenza è facile che la piattaforma logistica dell’azienda produttrice sia in un'altra regione, poi si passa alla grande distribuzione ecc.. Quindi il prodotto rischia di fare un sacco di km che non possiamo immaginare ne quantificare.
Credo che il fulcro del problema e l’unica cosa da fare sia di vedere quali sono i prodotti con l’imballaggio più ridotto o meglio riciclabile o biodegradabile (spesso sulla confezione c’è scritto), magari confezioni “ricaricabili” e via cosi. Si possono anche preferire i prodotti con l’ecolabel che altro non è che un marchio di efficienza ambientale del prodotto (esempio la margherita sui fazzoletti carta della coop), oppure informarsi sulle aziende produttrici che possiedono una certificazione ambientale e che quindi si impegnano nelle loro attività ad essere meno impattanti possibile a livello ambientale (da non confondere con le certificazioni di qualità).
Saluti a tutti.
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  #2 (permalink)  
Vecchio 08-02-2007, 01:15 PM
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Io guardo sempre la zona di produzione, e scelgo quella più vicina alla mia zona, se possibile prodotti locali. La produzione biologica è il secondo criterio che uso per scegliere un prodotto, ma sempre subordinato al primo: la vicinanza della zona di produzione. Questo da quando ho quasi comprato delle patate da produzione biologica provenienti dall' Egitto! Non vorrei sapere le emissioni di CO2 causate dal trasporto di queste patate. Naturalmente poi evito la frutta fuori stagione, d'inverno per esempio l'uva, che viene importata via aereo dal Sud Africa o Sud America.
Poi non compro mai le verdure prodotte nella regione d'Almeria in Spagna che inondano il mercato europeo, e per sicurezza evito generalmente i prodotti spagnoli, non solo per le vie di trasporto che sono molto lunghe, ma anche per la qualità scadente e per lo sfruttamento di immigrati illegali molto diffuso in Spagna (non che in certe parti d' Italia sia molto meglio). I prodotti italiani comunque sono migliori e la loro zona di produzione più vicina.
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  #3 (permalink)  
Vecchio 08-02-2007, 01:19 PM
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Molto interessante il discorso.
Questo il mio criterio:
VERDURE: compro solo quelle di stagione e cerco di prediligere quelle prodotte localmente
PRODOTTI CONFEZIONATI: cerco di prediligere quei prodotti che magari anche se si presentano peggio, hanno una confezione ridotta e con prodotti più facili da smaltire/riciclare
PREZZO: cerco comunque i prodotti in offerta ma stando attento alla marca

Ora vi faccio due domande;
1 ma il cartoccio del latte che è fatto di cartone all'esterno e di alluminio all'interno dove và smaltito? Nella pattumiera generica?
2 a livello d'inquinamento è meglio utilizzare il latte nei classici cartocci descritti prima oppure nelle bottiglie di plastica?
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  #4 (permalink)  
Vecchio 08-02-2007, 01:21 PM
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Il tetrapak non può essere riciclato, quindi sarebbe meglio utilizzare bottiglie in plastica riciclabile!
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  #5 (permalink)  
Vecchio 08-02-2007, 01:31 PM
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Mah, infatti il dubbio sul tetrapak ce l'ho anche io.
Una volta ho scaricato una guida sulla raccolta differenziata prodotta nella mia città, Reggio Emilia, dove indicava appunto cosa e dove buttare i vari rifiuti domestici.

Poi, un bel giorno mi è arrivato per posta un depliant, sempre del comune, dove su alcune cose non combaciava, e uno di questi era il tetrapak.

...l'ho adesso sotto gli occhi. Sulla carta dice che ci si può buttare:

- scatoloni di cartone
- giornali, riviste
- sacchetti di carta
- cartoni per bevande,latte e succhi di frutta
- imballaggi di prodotti alimentari.

Non so, secondo me non c'è una regola precisa e uguale per tutti...!
Dipende forse anche da comune a comune, perchè c'è magari quello che poi divide veramente, come c'è quello (Napoli) in cui forse dividono, e quando arrivano in discarica buttano tutto insieme!

E allora che divido a fare?

PS.
Io personalmente divido in tre contenitori separati.
Il succo e il tetrapak li butto nella carta.
Il latte probabilmente è meglio nelle bottiglie di plastica riciclata, se le trovi!
O ancora meglio: da noi si stanno diffondendo i distributori in cui vai con la bottiglia di vetro e la riempi… Noi personalmente ci andiamo quando ci ricordiamo, per il resto tetrapak…
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  #6 (permalink)  
Vecchio 08-02-2007, 02:46 PM
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In Austria so che il TetraPak va buttato nella plastica, inoltre esistono contenitori specifici per il tetrapak, ma non è obbligatorio usarli.
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  #7 (permalink)  
Vecchio 08-02-2007, 11:44 PM
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Come si riciclano i tetrapak?
Un lettore ci scrive chiedendoci come mai, visto che il tetrapak è riciclabile, in molti comuni dicono di buttarlo nel secco.

Se nel vostro comune si possono buttare i tetrapak insieme alla carta, è perchè esiste un accordo di smaltimento particolare. Nella maggior parte dei comuni italiani questo accordo non c’è.

Il Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) riporta che nel 2002 il 35% degli imballaggi per bevande immessi sul mercato è stato avviato al recupero, parliamo di 38.000 tonnellate di tetrapak. Tetrapak, da analisi di flussi merceologici, è arrivata a stimare che il 23% dei cartoni per bevande riesce ad arrivare al cassonetto della carta e da lì prosegue verso uno dei 35 termovalorizzatori attivi in Italia.

I cartoni poliaccoppiati (carta + plastica + alluminio) rappresentano circa lo 0.4% dei rifiuti prodotti da una persona, per questo è antieconomico (e antiecologico) raccoglierli separatamente. Il vostro tetrapak, dal cassonetto della raccolta differenziata o va ad un termovalorizzatore o va alla cartiera Santarcangelo o al centro di compostaggio di Modena.

Alla cartiera di Santarcangelo, in provincia di Rimini, producono la cartafrutta e la cartalatte recuperando la cellulosa dei cartoni. (Qualche anno fa era a rischio di chiusura, ma ho visto della cartalatte nei supermercati Naturasì e alla Coop proprio qualche giorno fa, quindi dovrebbe esistere ancora).
E’ più semplice separare gli elementi di questi imballaggi che, per esempio, staccare l’etichetta di carta che è stata incollata su una bottiglia. Bastano 20 minuti in un pulper, di pura azione meccanica, senza additivi chimici. La carta si spappola e le fibre vengono riasciugate in fogli, senza essere sbiancate o deinchiostrate. Dal polietilene e dall’alluminio si ricava il Maralhene, un materiale con cui si fanno arredi e gadget.

Dai poliaccoppiati si può anche ottenere del compost. Lo producono a Modena, al Centro di Compostaggio di Fossoli di Carpi, e dicono che vada bene anche per l’agricoltura biologica. (Io non userei un ammendante che conteneva inchiostri, plastica e alluminio, ma non sono una coltivatrice diretta, per cui forse non valuto bene l’impatto di questi elementi).

Dato che oltre il 70% del cartone è costituito da cellulosa, la Tetrapak considera i cartoni per bevande un biocombustibile. Due tonnellate di contenitori usati hanno un contenuto energetico pari a una tonnellata di petrolio. Sul sito di Tetrapak si legge: “se il cartone brucia in modo pulito, i sottili strati di polietilene si trasformano in vapore acqueo ed anidride carbonica, mentre l’alluminio diventa ossido di alluminio, un composto utilizzato nella produzione della carta.”

Insomma: il tetrapak è potenzialmente riciclabile, ma la maggior parte dei tetrapak o finisce in discarica o finisce bruciata.

http://www.ecoblog.it/post/1954/come...ano-i-tetrapak
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