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  #31 (permalink)  
Vecchio 09-12-2007, 05:58 PM
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Originariamente inviata da Adolfo Visualizza il messaggio
Articoli che sicuramente quei vermi dei giornalisti avevano già pronti nel cassetto, in previsione della sua dipartita. (Questa di fare gli articoli di questo tipo è una consuetudine nell'ambiente e si chiamano "coccodrilli").
Non so se hai visto che adesso circolano su ebay i libretti funebri messi all'asta venduti a delle cifre inimmaginabili. Ho visto anche l'inserto speciale del resto del carlino per il suo funerale a 5000€ (di richiesta).
Roba da matti! Cosa bisogna fare al prossimo funerale vip per impedire queste cose? Forse è per questo che li celebrano sempre più spesso in maniera privata...
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  #32 (permalink)  
Vecchio 09-12-2007, 06:33 PM
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Ciao a tutti,
secondo me il pezzo più bello in assoluto prodotto nella carriera di Pavarotti (e anche più famoso !!) è il "nessun dorma" tratto dalla Turandot di Giacomo Puccini, con il famoso "vincerò".
Qui c'è una registrazione del 1982
http://www.youtube.com/watch?v=Cr5vpHtJIlg
(mi vengono i brividi , volume al massimo mi raccomando )
Ciao
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  #33 (permalink)  
Vecchio 09-12-2007, 07:03 PM
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Ciao Scuola!
Per quanto riguarda il tuo quesito cercherò di risponderti sia in qualità di amante dell'opera lirica, sia come persona che, seppur giovane, studia il Belcanto da alcuni anni.

Per poter comprendere fino in fondo l'infinita bellezza di questa forma d'arte è indispensabile capire che un'opera è la rappresentazione di una storia, che per esprimere i sentimenti, le emozioni dei personaggi, si affida non solo alla bellezza del canto e della musica, ma anche alla persuasione della recitazione e dei costumi. E’ l'incontro tra musica, canto danza e recitazione a rendere meravigliosa un'opera.
Tutto ciò significa che per essere dei bravi cantanti lirici non basta possedere un'ottima tecnica vocale, ma bisogna essere anche dei bravi attori.
Pavarotti era uno dei migliori cantanti lirici del nostro secolo proprio perchè possedeva queste due grandi doti: una tecnica vocale ineccepibile e una grande capacità di interpretazione.
Dal punto di vista strettamente tecnico Pavarotti possedeva un fraseggio perfetto, ovvero quella capacità di far comprendere ogni parola che cantava con chiarezza. Inoltre possedeva un'estensione davvero incredibile, e un timbro cristallino, inconfondibile.
Le sue interpretazioni sono memorabili proprio perchè riusciva a trasmettere con naturalezza e semplicità le emozioni del personaggio che interpretava.

Credimi, non sono doti che tutti possiedono!!

I personaggi del Maestro così come la sua voce sono un patrimonio per tutti noi e continueranno ad emozionare tutti quelli che si lasceranno coinvolgere da questa nobilissima arte e dalla sua voce.

GRAZIE MAESTRO!!!
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  #34 (permalink)  
Vecchio 09-12-2007, 07:21 PM
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Il maestro, secondo gli amici del suo papà, era inferiore a "potenza vocale"di quel suo papà.
Lui ebbe quella grande eredità dal padre: una voce magnifica.
Era senz'altro un tenore lirico del genere romantico. Ma avere solo una voce potente non basta; ci sono quelle sfumature che si sentono, quando confronti brani d'opera cantati da diversi tenori.
Allora si sente che lui ci metteva qualcosa di suo, che non si impara al conservatorio: è una dote naturale!
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  #35 (permalink)  
Vecchio 09-12-2007, 10:19 PM
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Originariamente inviata da Speranza Visualizza il messaggio
Molto più impressionante, secondo me, il re bemolle sovracuto che c'è nel primo atto ("A te, o cara"). Pavarotti è uno dei pochi che raggiunge sempre in re in "possente amor mi chiama" del Rigoletto (ancora, insieme a Kraus che però ha una voce molto più sottile).
Alfredo Kraus Trujillo raggiungeva il Mi bemolle.
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  #36 (permalink)  
Vecchio 09-13-2007, 08:43 PM
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Da qualche giorno non abbiamo più uno dei grandi interpreti mondiali della lirica: una perdita che peserà sensibilmente nel nostro mondo di appassionati e melomani. Con Pavarotti avevamo ripreso la lederschip nel settore tenorile che avevamo un po’ smarrito dopo la perdita dei Gigli, dei Del Monaco, dei Corelli e tantissimi altri (mi spiace non poterli elencare tutti solo per ragioni di spazio) e l'avvento prepotente dei tenori spagnoli. Nulla da togliere alla loro professionalità e bravura: è importante che la lirica viva anche sotto questi aspetti per così dire sportivo/campanilistici. Ciò che mi ha profondamente deluso e rattristato è come alcuni settimanali abbiano già sfruttato l'occasione di allegare le interpretazioni di Pavarotti, approfittando dell'onda emotiva della sua prematura scomparsa, quasi per non arrivare secondi alla grande opportunità che si è presentata loro. A mio parere questi giornali sono arrivati ultimi!
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  #37 (permalink)  
Vecchio 09-13-2007, 11:42 PM
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Originariamente inviata da bruno Visualizza il messaggio
Da qualche giorno non abbiamo più uno dei grandi interpreti mondiali della lirica: una perdita che peserà sensibilmente nel nostro mondo di appassionati e melomani. Con Pavarotti avevamo ripreso la lederschip nel settore tenorile che avevamo un po’ smarrito dopo la perdita dei Gigli, dei Del Monaco, dei Corelli e tantissimi altri (mi spiace non poterli elencare tutti solo per ragioni di spazio) e l'avvento prepotente dei tenori spagnoli. Nulla da togliere alla loro professionalità e bravura: è importante che la lirica viva anche sotto questi aspetti per così dire sportivo/campanilistici. Ciò che mi ha profondamente deluso e rattristato è come alcuni settimanali abbiano già sfruttato l'occasione di allegare le interpretazioni di Pavarotti, approfittando dell'onda emotiva della sua prematura scomparsa, quasi per non arrivare secondi alla grande opportunità che si è presentata loro. A mio parere questi giornali sono arrivati ultimi!
Parlando da brave persone, Bruno, Lei ha perfettamente ragione, ma se questo può servire per divulgare o solo incuriosire qualcuno e portarlo a conoscenza che oltre a Laura Pausini, Zucchero o Vasco, c'è qualcuno che ha portato la storia della musica Italiana nel mondo, e a pieno titolo, ben venga. Forse qualcuno si soffermerà ad ascoltare le pagine immortali scritte da geni musicali che non si esauriscono nel giro di un ventennio ma che originano emozioni anche a centinaia di anni di distanza dalla composizione. Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscere questo genere musicale, siamo tenuti a distanza o guardati con diffidenza, invece sono gli altri che non sanno quel che si perdono! Se ha avuto occasione ieri sera di vedere in tv la fiction sulla Callas e Onassis forse potrà capire quanta ignoranza c'è attorno alla lirica: si figuri che l'attrice che secondo loro avrebbe dovuto impersonare la Divina, parlava con uno spiccato accento campano quando tutti ben sappiamo che se proprio un dialetto aveva fatto suo, era quello veronese!! Che schifo quella produzione. Sarebbe stato meglio che i soldi spesi per quella scempiaggine fossero stati dati in beneficenza! Ma noi, popolo del sentimento, continuiamo imperterriti con la nostra opera di divulgazione perchè anche solo un'anima strappata alla superficialità è un successo che ci allarga il cuore. Grazie per aver scelto di condividere con noi il Suo pensiero.
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  #38 (permalink)  
Vecchio 09-14-2007, 02:44 PM
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Penso che non è una questione di “capire” la lirica, è come chiedere: cosa ci trovate di tanto bello in un tramonto mozzafiato? sono sentimenti ed emozioni che ogni persona percepisce in base al proprio stato d’animo e alla propria sensibilità. Di solito il “microbo” che ti fa amare la lirica è scritto nel DNA di ogni persona, chi più chi meno, mi spiego: Personalmente devo il mio approccio al mondo dell’opera grazie ai film di Mario Lanza, quando avevo appena 5 anni, i miei genitori mi portavano al cinema e in quegli anni (inizio anni ’50) trionfava sugli schermi questo giovane tenore italoamericano, rimasi folgorato dalla sua voce e dai brani che cantava, poi, a casa mia, il sabato sera, ci riunivamo attorno alla radio a valvole(ricordo che mi divertivo a sintonizzarmi alle stazioni attirato dall’occhio magico verde che si apriva e chiudeva agganciando le stazioni), e mi soffermavo ad ascoltare le opere che venivano trasmesse con la voce di Beniamino Gigli e i grandi dell’epoca. Sarà che ai miei tempi le opere venivano trasmesse spesso dalla radio, sarà che la cultura era vera cultura, fatto sta che le opportunità di ascolto erano a portata di tutti, la radio prima, e la televisione poi, sono potenti mezzi di comunicazione di massa e la gente assorbe quello che sente. Purtroppo oggi, dalle varie stazioni radio e dalle TV, la gente si becca quello che viene trasmesso e, come tutti possono constatare, più che musica vera, trasmettono “rumori”, film violenti, isole famose e grandi fratelli che non portano nulla di buono, anzi stiamo assistendo al degrado completo, con eccessi come quelli della vicina Inghilterra, dove baby gang si fanno la guerra a soli 11 anni, la cultura della violenza anche a colpa dei videogiochi violenti che i giovanissimi, parcheggiati dai genitori davanti agli schermi dei PC o della TV, si cibano giornalmente. Chi semina vento raccoglie tempesta, dice il proverbio, ai miei tempi e prima dell’avvento dei mezzi di comunicazione di massa, la gente per vedere uno spettacolo andava a teatro dove tutto è più umano e reale, oggi nel rumore frenetico della vita moderna, si stanno perdendo i valori veri, forse la risposta alla tua domanda, va ricercata in questi motivi. Concludo invitandoti ad andare a teatro, forse lì, se il Cast è all’altezza, potrai capire di più.
Robert
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  #39 (permalink)  
Vecchio 09-15-2007, 03:28 PM
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L'equazione numero di dischi venduti / valore del cantante non è sempre una garanzia.
Ci sono cantanti popolari (per via della loro visibilità od operazioni di tipo commerciale) e altri che lo sono molto meno, ma hanno doti e studio decisamente maggiori.

Personalmente, pur essendo appassionata di lirica, non ho mai acquistato dischi o cd con Pavarotti come interprete.

Non voglio dare giudizi di valore perchè credo che l'apprezzamento dipenda, oltre che dai canoni (che comunque la lirica ha), molto dal gusto personale.

Ho sempre apprezzato di più i tenori scuri, ma anche i soprani, se non addirittura un tipo di voce per questi ultimi che vira verso il contralto.

Per apprezzare la musica lirica a mio parere sarebbe utile partire da opere leggere e divertenti, come Il Barbiere di Siviglia di Rossini, se non dalle arie più famose nonchè dalle romanze.

Sarei in dubbio sul genere dell'operetta (Vedova Allegra, Cincillà per fare esempi), perchè dall'opera si discosta sia per genere che per vocalità.

Altra cosa utile è conoscere la storia dell'opera stessa, sarà più facile apprezzare il singolo brano e seguire il corso della vicenda, quindi comprendere l'intensità drammatica della stessa.

La Traviata ad esempio s'ispira alla Dama delle Camelie di Dumas.

L'aria di Alfredo (famosa perchè utilizzata quella della Callas in situazioni mediatiche disparate) ovvero: Amami Alfredo.. amami quant'io t'amo, presa così potrebbe sembrare eccessivamente enfatica.

La storia invece prevede questo tipo di pathos: Violetta sa che è l'ultima volta che vedrà Alfredo (Sarò là, tra quei fior, presso a te sempre, sempre, sempre presso a te...) eppure gli promette che sarà con lui per sempre, ma conoscendo la storia si sa che lo sarà col pensiero, poichè ha promesso al padre di Alfredo di lasciare il suo amante per non rovinare la reputazione alla sorella.

Questo vale per tutte le opere: l'immedesimazione nei protagonisti dove spesso si verificano situazioni amorose, il sacrificio, la vendetta (Rigoletto ad esempio), la gelosia.

Ovvero tutte le emozioni umane che trovano sia nelle parole che nella musica un'esaltazione.

Altra cosa che può essere utile è ascoltare lo stesso pezzo cantato da protagonisti diversi; ad esempio un brano come Lucevan le stelle (Tosca) cantato da Giuseppe Di Stefano, Carlo Bergonzi, Domingo ecc.. e valutarne le differenze.

Anni fa uscì in edicola una cassetta: "Toscanini prova la Traviata".
Ne ho trovato un estratto su youtube:
http://it.youtube.com/watch?v=JNqdLMSpJXs

Erano prove registrate, sì, ma che prove! Con i commenti di Toscanini ".. sembrate dei carri" gridava all'orchestra.
Impossibile non appassionarsi.
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  #40 (permalink)  
Vecchio 09-15-2007, 07:11 PM
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Ciao a tutti.
Sono reduce dall'Arena di Verona ove ho assistito all'Opera/musical "Giulietta e Romeo" di Riccardo Cocciante. Francamente, a mente serena, devo dire che sono rimasto deluso e ben difficilmente potrà riscontrare lo stesso successo avuto con "Notre Dame de Paris". Probabilmente quest'ultima era una novità e la trama era più confacente per una rappresentazione sotto forma di musical: certo che per "Giulietta e Romeo" Pasquale Pannella non ha saputo trarre dialoghi coinvolgenti ne’ la musica trascinarti e coinvolgerti come l'opera Shakespeariana avrebbe meritato. Buone le voci che però sfociavano alla fine dei brani in acuti strappa applausi, i cori con ritmi coinvolgenti, i balletti ma soprattutto la scenografia e la regia. Insomma "Giulietta e Romeo" mi è parsa come quei film che hanno un buon successo alla prima e sull'onda di ciò, proseguono con il secondo, il terzo e così via tanto da diventare puramente un fatto di cassetta piuttosto che di valore artistico. Spero di non averVi tediati con questa recensione e Vi ringrazio per l'ospitalità.
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  #41 (permalink)  
Vecchio 09-28-2007, 06:46 PM
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L'unico modo secondo me di apprezzare l'opera e la lirica è quello di andare a teatro: l'atmosfera, i vestiti, i suoni, le scenografie...
A casa invece risulta INSOPPORTABILMENTE pesante e fastidiosa. E parlo anche di operette leggere come "le nozze di figaro".
Consiglio personale; prova a partire con l'ascolto casalingo di opere moderne, come ad esempio "ça ira" di Roger Waters. I tratti moderni che compaiono in questa opera (seconda me bellissima ma forse troppo poco spontanea) possono sicuramente facilitare l'ascolto e la comprensione di un genere musicale che altrimenti può risultare facilmente indigesto.
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  #42 (permalink)  
Vecchio 10-09-2007, 03:44 PM
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Beh, la lirica non è un genere usufruibile da tutti, e non così alla leggera. Se vuoi davvero capirla hai bisogno del libretto e di tutta l'opera per intero, non certo di brani estrapolati qua e là senza nessuna coerenza o nessun legame tra di loro!

La lirica però sa emozionarti anche senza questa "preparazione". Tutti conoscono "all'alba vincerò" (quella che molti chiamano vincerò, vincerò) o "vesti la giubba" (quella del film gli intoccabili per intenderci). Poi bisogna tener conto che alcune parole anche se in italiano antico si riescono a capire, e che comunque quasi tutte le opere sono in italiano. Rare le eccezioni (vedi alcune opere di Mozart(come il flauto magico o le nozze di figaro o la Carmen di Bizet, solo per fare alcuni esempi).

Se abiti in una città con un teatro che faccia lirica, ti consiglio, se ti vuoi avvicinare a quest'arte di andare a vedere uno spettacolo. Ti assicuro che è tutta un altra cosa perchè la lirica non è solo musica e canto: è musica, canto, "recitazione" e movimento. Nei cd compaiono solo le prime due. I prezzi sono un po' alti, ma di solito (parlo di Milano e della Scala) esistono posti meno cari (come i loggioni) o si può assistere alle prove generali pagando una piccola cifra (mi ricordo di aver pagato 10 €) avendo comunque dei buoni posti. Dunque se la cosa ti interessa fatti un giro per i teatri. Un po' dispendioso, ma sicuramente gratificante!




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