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![]() Tumore al seno: esperienze, terapie e solidarietà femminile
E' davvero incredibile come la solidarietà tra donne raggiunga un picco elevatissimo quando si parla di tumore al seno. Non perchè "sono discorsi da donne!!!", ma perchè solo una donna malata di cancro al seno può capire cosa prova un'altra donna nelle sue stesse condizioni.
Ci sono dei risvolti della malattia comuni ad altri tipi di tumori, come per esempio il cattivo odore delle chemio o la perdita dei capelli, ma ve ne sono altri che infieriscono oltremodo sulla vita già sventurata della donna malata al seno. Parlo dell'essere ferite nell'intimo vedendosi mutilare il proprio corpo, in una parte importante che intacca la femminilità, l'essere mamma, l'essere moglie ... Quando vieni operata per un tumore ad un rene piuttosto che al fegato, ai polmoni o ad uno qualsiasi degli organi interni, hai senz'altro molti fastidi e problemi legati alla funzionalità dell'organo stesso ma, oltre alla cicatrice dell'intervento, non vedi niente. Quando invece vedi il tuo seno (che fino ad allora magari è stato il tuo vanto, al quale hai allattato e fatto crescere i tuoi figli) rovinato, malformato o addirittura mutilato, provi qualcosa che non si riesce a descrivere, ma che ogni donna malata capisce perfettamente. Hai difficoltà a vestirti, soprattutto d'estate, a guardarti allo specchio e a farti guardare ed ogni mattina quando esci di casa, immancabilmente di corsa, arriva sempre un momento in cui metti una mano sul petto perchè pensi di aver dimenticato la protesi!!!! Ragazze, donne, secondo me questo è un aspetto che rende unico e un po' tutto nostro questo male. E' per questo che vorrei condividere la mia esperienza con tutte voi, sia dal punto di vista delle terapie (e tutto quello che comportano), sia dal punto di vista morale e psicologico. Sono malata da quattro anni e ogni altra donna incontrata sul mio cammino mi ha arricchita con i suoi consigli, con le sue rassicurazioni, con il suo sostegno, con le sue spiegazioni, con il racconto della sua esperienza personale. Mi ha fatto tanto bene parlare con tutte loro, mi fa ancora bene parlare e vorrei essere a mia volta d'aiuto a qualche altra donna. Se condividete o avete condiviso la mia stessa esperienza, possiamo parlarne insieme e affrontare insieme, con coraggio, questo male comune. |
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L'ho sempre detto e pensato che tu sei una donna eccezionale e non credo possibile che una mutilazione del seno possa minimamente scalfire il tuo essere donna. Sei forte! Ciao Franco
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Innanzitutto ringrazio i miei amici Laura e Franco per l'incoraggiamento.
Adesso vorrei raccontare la mia esperienza. Alla fine dell'estate del 2005 mi accorsi, dalla sera al mattino, di avere un bozzo sul seno destro e cercai subito di contattare il mio senologo, ma solo ad ottobre riuscii a fare un ago aspirato e far analizzare il contenuto di questa ciste che era liquida. Responso: nulla di grave, ma avrei dovuto riperete l'ago aspirato dopo sei mesi e comunque sarebbe andata, avrei dovuto toglierla perchè era molto grande. Nel frattempo continuava a riempiersi di liquido ed a gonfiarsi, quindi facevo continuamente ago-aspirati per svuotarla. Stanca di aspettare a marzo mi feci ripetere l'esame. Nel frattempo ero in attesa che mi chiamassero per un altro intervento (calcoli renali), quindi andai da sola a ritirare il referto dal medico con l'intento di raggiungere un accordo per vedere quale intervento avrei dovuto fare per primo. Ricordo quel momento come se fosse stato ieri ed ogni volta provo quello stesso tonfo al cuore. Il dottore continuava a dirmi che prima di operarmi avrei dovuto fare una terapia ed io tranquillamente continuavo a discutere non capendo cosa volesse dirmi. Siccome poverino continuava a dirmi che dovevo fare una terapia, ma non era proprio esplicito, io ebbi come un'illuminazione ed al tempo stesso un ... diciamo tonfo al cuore (sarà stato un piccolo infarto!!!!) e provai a chiedere "dottore, intende dire una chemio terapia?". Credo che se invece di darmi quella risposta mi avesse tirato addosso un macigno, mi avrebbe fatto meno male!!!! Sarei dovuta andare da mia madre a riprendere la mia piccolina (di appena 3 anni e mezzo), ma non capivo più niente. Mi misi alla guida con gli occhi completamente pieni di lacrime, chiamai mia madre dicendole cosa era successo e chiedendole di terene la bimba per qualche giorno. Arrivai a casa (40 minuti di guida) senza capire come avevo fatto. Passai dei giorni tremendi, riuscivo solo a piangere e nient'altro. Poi sono andata a riprendere la bimba e mi sono imposta di non farle pesare il fatto e quindi di non farmi vedere piangere. Ho ripreso la mia vita normale, durante la giornata svolgevo tutte le mansioni solite, andavo in ufficio, pensavo alla casa, tutto come sempre. La notte invece piangevo sempre. Da allora fortunatamente sono passati già diversi anni, nel frattempo ho subito quattro interventi allo stesso seno: prima quadrantectomia con asportazione del linfonodo sentinella, poi asportazione di recidiva nella zona del primo intervento, poi mastectomia ed infine di nuovo asportazione della recidiva e siccome il seno non c'era già più, mi hanno tolto il muscolo pettorale. Prima e dopo ognuno di questi interventi ho fatto la chemioterapia tradizionale e tra il primo ed il secondo intervento, dopo la chemio, ha fatto anche la radioterapia. Inutile dire che nessuna terapia ha fatto effetto, spesso c'erano di nuovo altri noduli mentre facevo le terapie. Fino a quando non sono stati intaccati i linfonodi, prima quelli della catena mammaria interna e poi altri sempre nella zona del seno (polmone, vena cava, clavicola dx, ecc.) ed ho partecipato ad uno studio presso lo IEO di Milano utilizzando il Sutent. Ho avuto ottimi risultati anche a basso dosaggio (25 mg), ma dopo un anno non ha più funzionato e adesso sono tornata a fare la chemio tradizionale abbinata ad un farmaco da prendere tutti i giorni (Endoxan). A giorni dovrei ripetere la PET e vediamo come si continua. Si, perchè dopo il fallimento della terapia con il Sutent mi hanno detto chiaramente che non ci sono speranza di guarire, ma solo di cronicizzare la malattia, quindi dovrò fare terapie a vita. Ho riassunto più che potevo, ma ho ancora tanto da raccontare, soprattutto il dubbio (avallato anche da qualche medico) che tutti quegli ago aspiarati siano stati complici, se non fattore scatenante, per la comparsa della malattia. In tutta questa storia devo ringraziare più di ogni altri, due persone: 1) mia figlia: se non ci fosse stata lei avrei continuato a piangermi addosso e difficilmente sarei riuscita a reagire e ad affrontare tutto questo; 2) il mio datore di lavoro: in quei primissimi giorni in cui nè io, nè i miei familiari riuscivamo a ragionare per vedere cosa fare, lui mi ha subito fatto parlare con una sua amica malata e guarita, la quale mi ha messo subito in contatto con quello che attualmente è il mio oncologo e mi ha spiegato tutto quello che mi sarebbe successo da quel momento in poi, dalla debolezza, dal cambiamento del sapore dei cibi, dai capelli che sarebbero caduti, che forse anche le unghie sarebbero cadute o si sarebbero deformate, dal fatto che mi avrebbero bloccato farmacologicamente il ciclo mestruale e anche che sosa significava farsi la chemioterapia: io non sapevo che si trattava di farmaci da assumere via endovena!!!! Queste sono state le due, anzi tre persone che mi hanno dato l'imput giusto per affrontare tutto quello che mi aspettava, ma è soprattutto a mia figlia che devo la vita. |
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Monia, sei una donna fantastica....credo che tu abbia trovato in te quella forza che ti spinge ad andare ben oltre alla malattia, che si manifesta quando, nella difficoltà, continuiamo a costruire, a trovare e a dare un senso alle cose che ci capitano. Sono sempre più felice di conoscerti, davvero....e poi mi hai commossa!
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Voglio raccontare l'esperienza di mia mamma, sperando possa servire sia alle persone con la malattia sia agli studiosi di medicina.
Mia mamma , nata nel 1940 ha da sempre avuto un nodulo al seno, i primi esami in merito risalgolo ai primi anni 70. Io sono convinto che se mia mamma l'avesse lasciato dov' era quel nodulo, non si sarebbe mai ammalata di tumore al seno. Nel 1998, appena in pensione, decide di approfondire: agoaspirato, i soliti e esami e il consiglio finale: meglio asportare il nodulo. Fatta l'operazione, dopo un anno torna a fare esami e si scopre che l'operazione dell'anno prima non aveva asportato il nodulo, solo tessuto sano. Roba da denuncia, ma non siamo persone che fanno quello: mia mamma si riopera, in un'altra struttura (ovvio) dotata di strumenti, esistenti, per evitare errori cosi' madornali (l'avessimo saputo prima...). GLi viene asportato il nodulo (fortunatamente non cresciuto nel frattempo) e dopo viene sottoposta per un periodo a radioterapia. Dopo 3/4 anni (non ricordo con precisione, mi pare 2004) viene diagnosticata una recidiva: solita prassi: agosapirato,analisi, operazione di asportazione compreso linfonodo sentinella (risultato positivo, purtoppo) : il tumore che si è presentato non è lo stesso che aveva tolto, ma di un'altro tipo e molto piu' aggressivo (ho l'idea che a crearlo sia stata proprio la radioterapia, forse qualche medico mi darà dell'ignorante, e probabilmente lo sono, ma l'idea resta): conseguente chemio terapia, fortunatamente con effetti collaterali limitati rispetto a quelli temuti. Da allora mia mamma , e sono passati 5 anni, è sempre sottocontrollo, ogni 6 mesi mammografie e ecografie al fegato, ma sempre negative: io dico "guarita!!", mia mamma non ne vuol sapere, dice che prima o poi tornerà: intanto sono stati altri 10 anni di vita insieme (mio papà non c'e' piu'), due nipotini, una vita normale (se si tolgono i tuffi al cuore che puntualmente si presentano ad ogni visita o esame) e a marzo compirà 70 anni. La malattia l'ha vinta, dico io, ma sicuramente l'ha logorata psicologicamente, è inevitabile, ma è qui con noi e sta bene. Concludo con queste osservazioni: i medici fanno il possibile, possono sbagliare, può sbagliare anche la medicina consigliando interventi forse inutili, ma ad oggi conosco solo un finale, l'altro (se non si fosse operata la prima volta) non lo conosco e non so se sarebbe stato meglio: forse si , forse no. Comuqnue, a quelle come mia mamma consiglio: guardare il futuro con fiducia sempre, e non sentirsi condannate. Quante amiche di mia mamma, senza nessun tumore, sono morte in questi 10 anni, per altre cause!! Saluti Gianni |
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Gianni sono felicissima per questo tuo intervento, a dimostrazione che dal cancro si può anche guarire (ovviamente a seconda dei casi, dei tipi di tumore e dalla loro aggressività). Posso capire il tonfo al cuore ad ogni esame di controllo, ma è importantissimo farli ed anche ravvicinati. Sul fatto di "colpevolizzare" la radioterapia non sono proprio daccordo, nel senso che magari potrebbe non avere nessun effetto per la guarigione, ma sul fatto che possa essere la causa del cancro non credo (parere da profana). Credo invece che, come è successo anche a me, i controlli troppo invasivi come gli ago aspirati o il mammotonne e tutto ciò che consente di andare a stuzzicare, quello sì che potrebbe scatenare il tutto!!!!
E' verissimo che questo tipo di esperienza distrugge tanti neuroni, ma il calore e la vicinanza della famiglia è una delle migliori cure. Un bacio a tua madre: dille di godersi i nipotini il più possibile!!! Hippocampus grazie anche a te per avermi risposto, ma con te devo essere un po' più "criticona"!!!! Sono daccordo con te sul fatto che le cause del male siano la cattiva alimetnazione, le cattive condizioni ambientali, lo stress inteso come situazioni pesanti da vivere che si portano dentro troppo a lungo ed alla fine da qualche parte debbono sfociare e sono altrettanto daccordo sulla schifosa speculazione delle case farmaceutiche che vendono i farmaci (alla sanità pubblica) facendoseli pagare un botto. Non ho poi mai capito perchè non potrebbero guadagnare anche producendo farmaci che guariscono, sono talmente tanti i malati che avrebbero comunque tanto lavoro. Purtroppo alcuni malati muoiono, quindi non siamo proprio un buon affare per loro!!!! Se invece restassimo in vita, magari con una curetta di mantenimento da fare a vita, forse guadagnerebbero anche di più!!!! mah!!!! Quello invece che devo criticarti è la tua "filisofia" che non è e non sarà mai quella di un malato. Tutti siamo liberi di esprimere le nostre opinioni, anche con decisione e fermezza, ma nel momento in cui diventi un malato, dal momento in cui un medico ti dice che hai il cancro, non puoi rispondere dicendo: "Ok, allora da domani starò attento a quello che mangio". E' vero che i protocolli standard penalizzano i più, ma quando sei al dunque, non puoi rifiutarti di curarti e correre il rischio di andare incontro a quello che questa decisione potrebbe causare. Mi sono incartata un poco, ma quello che volevo dire che di qua della barricata abbiamo un'altra filosofia: essere certi di vivere il più possibile!!! Grazie davvero per i vostri interventi. |
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Ciao Monia,
capisco sia difficile digerire una realtà completamente diversa da quella che ci è stata ficcata nel cervello fin da quando siamo nati, ma la realtà è quella che ti ho descritto nel mio post precedente. Sul fatto che quando una persona è malata deve agire in qualche modo e facendosi prendere dal panico segue quelle che sono le terapie usuali, anche se completamente insensate, concordo. Ovvero so che in quei momenti non è facile scegliere, ma moltissima gente l'ha fatto, quindi non puoi dire che non si può fare. Perché se fosse il tuo stesso oncologo a dirti di utilizzare una terapia igienistica non ci penseresti 2 volte e lo faresti subito. Si tratta di una questione di fiducia da porre in una persona/terapia in un momento in cui sei totalmente perso. Preciso una cosa: non ho detto che una terapia igienistica si basa solo sulla corretta nutrizione e ho messo dei riferimenti proprio perché ho i miei buoni motivi per condannare completamente la medicina allopatica curativa ma che non posso spiegare qui in qualche post. Riflettete solo sulla cura della medicina allopatica: qualsiasi malattia la "cura" partendo dal sintomo, e cerca di eliminare il sintomo senza mai andare alla ricerca della causa. Traete voi le vostre conclusioni, a me sembra semplicemente folle. L'esperienza di Gianni è purtroppo un'altra triste esperienza che si aggiunge alle tante: sicuramente la radioterapia ha fatto dei danni, è cancerogena. Successe la stessa cosa a mia zia. Se poi si vuole credere per comodità, per non mettere in discussione niente di noi stessi, che le malattie sono casuali e ci colpiscono come "sfighe", bé allora continuamo pure a fare uso di questa medicina perversa, che nella cura e nella prevenzione delle malattie adotta solo metodi che ammalano e non che curano. Ho voluto dire certe cose perché magari qualcuno è pronto per mettere in discussione ciò in cui ha sempre creduto, ovvero una grossissima bugia. Ma mi rendo conto che io ho una panoramica e una visuale su queste cose che parte da molti anni fa ed è quindi abbastanza ampia; per chi le apprende per la prima volta possono sembrare totalmente insensate. Una cosa è certa, chemio e radio non curano e non guariscono, nemmeno nel momento in cui per pura fortuna riescono a far scomparire una massa tumorale. Ma per capire questo dovreste approfondire un po' di più il discorso magari con qualche lettura che vi ho consigliato. Spero possiate ritrovare la Vera salute. Ciao a tutti.
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Quando una persona è malata è molto importante non fare niente, ma questo niente bisogna saperlo fare molto, ma molto bene. (H.M.Shelton) |
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Scusami Hippocampus, non volevo dire che quello che dici è insensato. Sicuramente queste "abitudini" sono da seguire, ma credo che vada fatto prima di ammalarsi.
Purtroppo (oltre allo spirito di sopravvivenza) abbiamo anche delle responsabilità verso gli altri quando scegliamo una cura da seguire. Io per prima credo che le chemio finiscono per ammazzarti prima ancora che lo faccia il cancro, ma tra il certo, la cosa ufficiale, e quella alternativa, mi sento di dover scegliere la strada certa, soprattutto nel rispetto di una bimba (mia figlia) che ha il diritto di avere con sè la mamma il più possibile. Magari la tua alternativa è più sicura, ma nel dubbio non mi sento di rischiare. Ho avuto la possibilità di seguire una cura "non ufficiale", ma per il momento ho deciso di tenerla come ultima carta da giocarmi. Anche il discorso che mi è stato fatto in quell'occasione era logico e filava liscio come l'olio, ma dentro di me una vocina mi diceva: "perchè nessuno appoggia questa cosa?? E' possibile che ci sia solo una persona pronta a battersi per la cosa giusta??". Torno a dire che quando si rischia in prima persona è molto difficile scegliere, anche tra le varie cure dei protocolli ufficiali, sia chiaro!!! Spero di sentirti ancora. ![]() |
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Certo Monia,
ribadisco con fermezza quanto sostieni tu, cioè che quando si è implicati in prima persona è molto difficile scegliere. Pensa che proprio ieri ho dovuto scegliere di non prendere medicinali seguendo le direttive igienistiche per una semplice febbre! Immagino che questa cosa possa farti ridere..... almeno spero possa farti fare due risate! Però stamane ho visto con grande soddisfazione che dopo qualche giorno di febbre, senza usare medicinali, la natura ha fatto il suo corso e la febbre non c'è più. Non sto certo paragonando una febbre con un tumore o cancro, era solo per dire che già in un caso molto semplice venga il dubbio se applicare il metodo igienistico o quello tradizionale. Figuriamoci con un male ben più grave! In Italia poi siamo veramente talmente indietro che spesso il dubbio su quale strada seguire non ti si pone nemmeno, e nel momento in cui vorresti scegliere una terapia igienista e vedi che avrebbe costi spropositati (perché bisognerebbe andare all'estero) ancora una volta la scelta sembra obbligata. Comunque anche solo per curiosità ti consiglio il libro/DVD sul metodo Gerson (che tra l'altro non condivido al 100% ma sembra molto valido), perché in un'oretta di video fornisce una panoramica sul metodo, sulla farmaco-politica, e le testimonianze di molti pazienti. Ciao Monia, a presto. ![]()
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Quando una persona è malata è molto importante non fare niente, ma questo niente bisogna saperlo fare molto, ma molto bene. (H.M.Shelton) |
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Cara Monia,
ti giro un link apparentemente interessante che mi è appena stato suggerito, poi valuta tu la fondatezza o no di quanto riportato. http://www.luigidibella.it/it/mdb/de...entifica&pre1= Spero di esserti stato utile. ![]() |
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sono capitato (per caso?) in questo sito per tutt'altro argomento ma sfogliando qualche pagina sono arrivato a questa discussione; dapprima ho letto trasversalmente alcuni interventi (mi sembravano le solite cose dette e ridette da tant,i troppi, perciò sentite e risentite) poi, leggendo con più attenzione, mi è sembrato di cogliere, tra le righe, qualcosa che valeva la pena di essere approfondito.
Proverò ad esprimere alcuni pensieri sui vari temi toccati ma senza uscire, anzi tenendolo ben presente, dall'argomento principale. Dove ho dei dubbi li evidenzierò dove ho delle certezze le esprimerò come tali, sempre con prudenza e senza enfasi perchè il cancro al seno è un problema serio che riguarda decine di migliaia di donne (e anche qualche uomo) e in conseguenza le loro famiglie, quindi va affrontato seriamente. La medicina convenzionale o ufficiale informa che il cancro al seno è oggi guaribile nel 90% dei casi, omette di dire (e in qualche modo si può anche comprendere questo atteggiamento ma è un po' più difficile da giustificare) che questo è vero solo quando il nodulo primitivo è inferiore ad un centimetro e perfettamente incapsulato. In questi casi basterebbe soltanto l'asportazione chirurgica del nodulo e se l'analisi di quanto asportato evidenzia che i margini di resezione sono indenni da cellule tumorali la "paziente" può tirare un sospiro di sollievo e non pensarci più. In genere però, sotto il nome di "terapia preventiva", gli oncologi tendono a (sopratutto donne giovani) praticare comunque 3 cicli di chemioterapia e radioterapia toracica ben sapendo che nella stragrande maggioranza dei casi sono inutili nel mentre, oltre agli effetti collaterali, per una percentuale non trascurabile di pazienti, questa depressione del sistema immunitario risulta gravemente dannosa. Va detto, è documentato, che un nodulo maligno al seno impiega dagli 8 ai 12 anni per formarsi e raggiungere il diametro di un centimetro. Un sistema immunitario integro potrebbe continuare per anni a tenere a bada questo nodulo prima che il tumore entri in circolo attraverso le vie venose e linfatiche; oggi nei convegni più avanzati gli oncologi cominciano ad interrogarsi sugli eccessi di prevenzione. Esempio: viene diagnosticato un caso (generico) di tumore maligno, vengono praticate tutte le cure secondo i protocolli, dopo 5 anni (di cattiva qualità di vita a seguito delle cure) il paziente muore; la domanda che si pongono gli oncologi in buona fede è: se non fosse stato trattato invasivamente e troppo tempestivamente quel paziente non avrebbe vissuto (in buona salute perchè senza sintomi) lo stesso tempo e forse molto di più? Tornando al cancro del seno aggiungo subito che lo ritengo una malattia guaribile anche nelle sue espressioni più aggressive e anche quando si è manifestato con metastasi in più organi. Per riprendere e ampliare quanto affermato da qualcun altro sono anche certo che un buon apporto (equilibrato) nell'alimentazione di proteine, vitamine e prodotti non contaminati, che un sano stile di vita, che un ambiente familiare e di relazioni, un buon rapporto medico/paziente e la preghiera, possano contribuire a fermare o rallentare la progressione della malattia ma ... .. si tratta, lo ripeto, di una malattia molto seria che va affrontata con presidi terapeutici seri, ponendo ai medici a cui ci si affida tutte le domande senza temere le risposte. Perchè risposte tipo "tendiamo a cronicizzare la malattia", oppure "non la possiamo guarire ma la possiamo dominare" .. non sono risposte esaurienti e ad accontentarsi di queste c'è il rischio di smettere la ricerca e quindi di non trovare quant'altro potrebbe giovare di più e meglio. |
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Salve Savio, innanzitutto ti ringrazio per non aver considerato questa discussione una delle tante e alla fine tutte uguali.
Il tuo ragionamento è molto logico e soprattutto molto realistico, ma quando dici di non accontentarsi di una risposta come: "cerchiamo di cronicizzare la malattia", ma di continuare a cercare altre soluzioni, ti devo in parte contraddire. Sicuramente quando si arriva a sperare di cronicizzare si è già tentato tutto il possibile e comunque sicuramente si sono tentate le nuove terapie uscite. Nel mio caso, per esempio, dopo aver partecipato ad una sperimetazione con un farmaco che ha funzionato per 1 anno e poi non più, si sono buttati su un mix che comprende una chemio tradizionale, peraltro già utilizzata (stesso principio). Se ti dicono che non c'è altro da fare e che i farmaci di nuova generazione non possono essere usati per il tuo tipo di tumore, finisci anche tu per "sperare di cronicizzare la malattia"!!!!!! Daltronde tu stesso confermi che nella maggior parte dei casi, se non c'è una guarigione pressocchè immediata e se non interviene un qualche miracolo, la sopravvivenza media è di 5 anni. Io essendo già malata da 4 anni, sto nella fase in cui spero davvero tanto di rallentare questa maledetta malattia che, peraltro, nell'ultimo controllo effettuato, sembra essersi ridotta, ma............ Grazie per aver espresso la tua opinione e spero di sentirti presto. |
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Ciao Monia,
è un po' che non ci sentiamo. So che le mie parole potranno sembrare ciniche ma quella che tu chiami "maledetta malattia" è semplicemente un decorso naturale di una situazione che non è mai andata verso la guarigione. Se non adotterai una terapia più "naturale" almeno come integrazione a quelle droghe che ti danno non potrai sperare di guarire; il tuo fisico ce la sta mettendo tutta, la natura fortunatamente è potentissima, ma prima o poi alla tremenda intossicazione che hai soccomberà. Vorrei consigliarti di rileggere il mio primo post, penso ci siano indicazioni per cercare delle strade concrete da vagliare: la medicina igienistica sa cosa sono il tumore e il cancro. La medicina tradizionale no, prova a chiederglielo, ma non sapranno dirti la "causa prima" di questa malattia, come non sapranno dirtela di nessun altra malattia. Nel frattempo ti abbraccio forte e ti auguro di passare un Natale sereno con i tuoi cari. Ciao! ![]()
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Quando una persona è malata è molto importante non fare niente, ma questo niente bisogna saperlo fare molto, ma molto bene. (H.M.Shelton) |
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