Tutelare e preservare l’ambiente per le future generazioni
Tutelare e preservare l’ambiente per le future generazioni
Occuparsi di tutelare e preservare l’ambiente oggi, significa regalare speranza di futuro alle generazioni che verranno. È una sfida che raccolgo interpretandola non solo come un dovere civile, ma anche come un'occasione per indirizzare il mercato verso modelli più sostenibili. In questo ambito stiamo assistendo ad una storica convergenza dei leader di molti Paesi, al di là del colore politico dei diversi governi. L’Europa ha recentemente ratificato una decisione chiave per la futura politica climatica: l'integrazione tra politica energetica e tutela del clima . Sulla scia di questi impegni Germania Gran Bretagna e molti altre Nazioni hanno varato provvedimenti per la tutela del clima molto ambiziosi, ma realizzabili. Come si muove l'Italia? Siamo ancora assolutamente arretrati rispetto agli obiettivi europei. Serve un cambiamento radicale delle politiche nazionali, che faccia assumere alla preservazione dell’ambiente il ruolo di perno degli indirizzi politici generali. Un elemento, insomma, che pervada l'economia del paese: una politica economico-energetica stabile, di lungo periodo, robusta e ben strutturata, capace di dare risposte alla questione climatica e, al tempo stesso, di gestire in modo conveniente, commercialmente ed ecologicamente, le risorse energetiche. Un enorme impegno da affrontare con la ricerca, l'innovazione, la presa di coscienza delle problematiche. Il ruolo principale del governo deve essere quello di valorizzare il tema ambientale all'interno dei mercati. Questo richiede un quadro legislativo forte, regole chiare in cui il mercato possa operare. Se il governo si limiterà, come ha sempre fatto, a tentare microinterventi di gestione extra-ordinaria non riuscirà a correggerne le derive antiecologiche. Soprattutto gli interventi per combattere i cambiamenti climatici devono ispirare e pervadere qualsiasi azione politica. Mai come in questi mesi la questione ambientale è all'ordine del giorno. Il nostro compito politico è quello di darle spazio in tutti gli ambiti culturali, educativi e progettuali soprattutto nella scuola, attraverso la formazione di una radicata coscienza civile e sul territorio, perché è chiaro che le battaglie ecologiste non saranno vinte se contestualmente non saremo in grado di far crescere la qualità culturale ed economica del tessuto sociale. L' ambientalismo serio, che voglia davvero affrontare e risolvere i problemi sul tappeto, deve passare oltre le distinzioni tra destra e sinistra: solo un approccio pragmatico a queste tematiche può servire a orientare il mercato per la salvezza del pianeta. Del resto tutta la politica di Movimento Libero si pone a latere delle classiche dinamiche parlamentari, per approcciare i problemi con la logica del buon senso, scevro da preconcetti e faziosità. L’ambiente é una questione che deve affrancarsi quindi dal monopolio di certe sinistre a caccia di poltrone; ora che la questione è al top delle agende internazionali, dobbiamo forzare il dibattito sulla ricerca di soluzioni convergenti ed efficaci. Personalmente sono certo che con un’azione politica orientata a mettere in relazione le grandi imprese che vivono nel mercato e il sempre maggiore appetito pubblico per la ricerca di soluzioni ecologiche, sia la sola grande opportunità per affrontare il problema in modo risolutivo. Il cambiamento climatico è l'esempio più chiaro del fallimento catastrofico del mercato lasciato a sestesso e finché i nostri amministratori non capiranno quali sono i passi da compiere per affrontare realmente il problema non vedremo altro che proposizioni d’intenti e obiettivi irrealizzabili. Il mercato economico è il motore più potente dei cambiamenti sociali, ma finora ha generato una drammatica devastazione ambientale, fallendo su tutte le questioni più importanti. Il compito della classe politica deve quindi essere quello di valorizzare il tema ambiente per il mercato, fornendo regole chiare ed inflessibili, facendolo divenire appetibile commercialmente; in tal modo l’inquinamento non potrà più essere considerato un accettabile effetto collaterale del benessere, ma molto semplicemente non sia più conveniente inquinare. Il governo deve fissare un quadro legislativo forte per il mercato e consentire al mercato stesso di adeguarsi di conseguenza. Se il criterio è corretto e inflessibile allora il mercato diventerà il nostro migliore alleato, e non il nostro distruttore. CAMBIARE SI PUO’… CAMBIARE SI DEVE Anche nella tutela dell’ambiente!
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