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Vecchio 02-11-2008, 05:28 PM
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predefinito Dalla P2 a Forza Italia: la strategia Berlusconi si ripete

Dalla P2 a Forza Italia: la strategia Berlusconi si ripete


Dalla P2 a Forza Italia (La Vergogna Berlusconi)
Giusto lo scorso 8 settembre, sessantesimo anniversario della firma dell’armistizio, e all’indomani delle affermazioni del premier Silvio Berlusconi sulla “diversità antropologica” dei giudici italiani, Oscar Luigi Scalfaro si è lasciato andare sulle pagine dei maggiori quotidiani nazionali a paragoni gravissimi e molto espliciti che hanno chiamato in causa l’attuale governo: “Ci sono dei tarli che stanno erodendo la Costituzione e la storia d’Italia. Attenzione ai primi sintomi. Non facciamo finta di non vedere. Anche Mussolini andò al potere nel rispetto dello Statuto Albertino…”. Senza voler essere altrettanto audaci nel trovare analogie così lontane, quello che in nessun modo può sfuggire all’evidenza è la somiglianza, netta, decisa e inequivocabile, la continuità negli intenti, tra il partito-azienda istituito da Berlusconi all’indomani dello scandalo di Tangentopoli, il suo programma e la sua condotta di governo e il piano di quello che ancora oggi costituisce uno dei più fitti misteri del sottobosco politico dell’Italia della Prima Repubblica, vale a dire la Loggia P2. Lo dice la biografia stessa del Cavalier Berlusconi, che si fece strada come imprenditore, prima come costruttore, poi come editore, finendo per occuparsi infine pressochè di tutto, proprio nel periodo di massima espansione della Loggia massonica di Licio Gelli, cui infine risultò iscritto; lo dicono i suoi fitti rapporti col mondo politico ai tempi di Craxi, di Andreotti, di Forlani (il cosiddetto CAF); lo dice infine un attento confronto tra il programma stilato a suo tempo da Gelli e quello di Forza Italia. Ed è tutto ciò che andiamo ad analizzare.

1. LA LOGGIA P2La P2 (dove P sta per propaganda) era una loggia massonica segreta, che sviluppò i suoi gangli nella società e nel mondo politico italiano a partire dal 1975 e, ufficialmente, fino al 1981, quando, per la precisione il 4 luglio, la polizia rinvenne una valigetta in possesso della figlia di Licio Gelli (il capo della P2) all’aeroporto di Fiumicino, contenente programma politico e memorandum della loggia, facendo istituire una Commissione parlamentare d’inchiesta. Lo scandalo portò alla crisi del governo Forlani, nelle cui stesse fila risultarono presenti due ministro pidduisti: Enrico Manca, che era al Commercio Estero, e Adolfo Sarti di Grazia e Giustizia. In sostanza, la loggia costruita da Gelli si proponeva come una vera e propria alternativa statale, un vero potere occulto a vocazione affaristica, che dichiarava in maniera esplicita di voler effettuare una stretta in senso autoritario e oligarchico in seno alle istituzioni, attraverso la corruzione e il condizionamento di politici, sindacati, giornalisti, magistrati, puntando all’infiltrazione occulta della longa manus della P2 in ogni settore della vita politica e sociale dello Stato. Infiltrazione nei partiti, dunque, e controllo dei media: erano questi i due imperativi. Il Memorandum accluso al programma trovato in possesso della Gelli spiega molto bene il contesto storico e politico che portò alla nascita di questo movimento: una profonda crisi economica, con la crescita del 1986 ancora molto lontano da venire, dovuta secondo i piduisti ad un eccesso di pretese salariali, dallo scarso rendimento sul lavoro (e qui risulta già evidente la lotta contro i sindacalismi e ogni forma di garantismo); ad un crisi morale profonda derivante dal fatto che l’Italia non sarebbe stata ancora una nazione pronta ad essere elevata a livello delle democrazie nordeuropee come invece si pretendeva, e che ebbe le sue drammatiche rappresentazioni nelle contestazioni del 1977, nella strategia del terrore propugnata dai gruppuscoli extraparlamentari di destra e di sinistra, le stragi, il rapimento e la morte di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, le spinte sindacaliste; allo stesso tempo causa ed effetto di tutto ciò naturalmente, una forte crisi del sistema politico stesso, caratterizzato da una forte instabilità, dalla perdita della capacità della Democrazia Cristiana di rappresentare una fetta finora importantissima di popolazione. Questo contesto sociale faceva temere ai massoni piduisti che una crescita esponenziale del Pci, unico partito in questa fase capace di interpretare i cambiamenti in vista, avrebbe portato l’Italia, geograficamente situata in una zona delicatissima, di confine tra l’Ovest atlanticizzato e l’est sovietico, alla deriva verso l’instaurazione di un regime comunista. Il rimedio è quindi, secondo il memorandum, costituito nel breve nel raccoglimento sotto lo stesso scopo comune di tutte le forze conservatrici moderate al fine di contenere l’emorragia di voti che dissanguava la Dc (ed è esattamente ciò che si verificò negli anni del pentapartito con Psi, Psdi, Dc, Pri e Pli), nel medio periodo lavorare alla “rifondazione e il ringiovanimento” del partito democristiano, con l’epurazione “dell’80% della dirigenza” fino addirittura all’ipotesi di “acquistare” il partito, attraverso il sistema di tesseramento; nel lungo perido si puntava all’instaurazione di un regime bipolaristico (con due differenti schieramenti, nessuno dei quali su posizioni estremiste, proprio come adesso). Si trattava dunque di un vero e proprio “piano concreto di ripresa” delle istituzioni, come viene chiamato nel testo, imperniato soprattutto sulla ristrutturazione della Dc, tradotta anche in una serie di nuove scelte politiche e di programma di governo. Quelle della P2. Al termine dei suoi lavori, la Commissione Parlamentare di inchiesta stabilirà che la Loggia P2 “si è posta come motivo di inquinamento della vita nazionale mirando ad alterare in modo spesso determinante il corretto funzionamento delle istituzioni secondo un progetto che mirava allo snervamento della democrazia. Tale organizzazione, per le connivenze stabilite in ogni direzione e ad ogni livello, e per le attività poste in essere, ha costituito motivo di pericolo per la compiuta realizzazione del sistema democratico”. La Loggia P2 verrà dichiarata sciolta a norma di legge. Il venerabile maestro Licio Gelli verrà inquistito dalla magistratura per reati gravissimi, tutti legati alle attività della Loggia: l’omicidio del giornalista Pecorelli, concorso in bancarotta per il crack del Banco Ambrosiano, come mandante dell’omicidio del banchiere Roberto Calvi, per la costituzione di capitali all’estero, per cospirazione politica, spionaggio, interesse privato in atti d’ufficio, rivelazione di segreti di Stato, finanziamento di gruppi armati a scopo eversivi, associazione sovversiva con finalità di strage, depistaggio di indagini, calunnia, millantato credito, associazione a delinquere e truffa aggravata. In totale, tra il 1992 e il 1994, sarà condannato a scontare 35 anni di detenzione.

2. L’ASCESA DI BERLUSCONI SOTTO IL SEGNO DELLA P2
L’ascesa di Silvio Berlusconi nel mondo dell’imprenditoria comincia nel 1962 e avviene per anni nell’ombra della lobby creata dagli appartenenti alla Loggia. Ne 1977 addirittura la loggia P2, celata ma ormai ben annidiata nella destra della Democrazia cristiana, arrivò a manifestare “pubblico affetto” a Silvio Berlusconi tramite il presidente della Repubblica Giovanni Leone (amico personale di Gelli), che lo fregiò del titolo di “Cavaliere del lavoro” insieme a Gianni Agnelli, a soli 40 anni e nonostante Berlusconi si fosse sempre dichiarato estraneo alle proprietà delle società presso le quali orbitava. Questa collusione di intenti culminò infine nel 1978 con l’affiliazione dello stesso Berlusconi agli elenchi della loggia. L’appoggio che il Cavaliere otteneva dalla P2 non era certamente spassionato, ma aveva dietro una strategia ben precisa: il giovane e rampante imprenditore era stato infatti indivuato da Gelli e compagni (anzi fratelli) come l’uomo che avrebbe fatto al caso loro per la realizzazione di molti punti fondanti del “Piano di Rinascita”. E questo connubio durò di lì in avanti per molto tempo, e paradossalmente, potremmo dire, non si è ancora mai spezzato. Nel 1962, dunque, Berlusconi entra nel campo dell’edilizia: tramite alcune società chiamate Edilnord, che cambieranno più di una volta denominazione sociale, managers, prestanome, e che godevano di misteriosi finanziamenti svizzeri, Berlusconi si occupava di comprare terreni, procurare licenze edilizie e rivendere gli appartamenti edificati. Ma a partire dalla seconda metà degli anni settanta il mercato edilizio entrò in crisi e Berlusconi rischiò il fallimento. A salvarlo fu Ferruccio De Lorenzo, che per l’Enpam (Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Medici), di cui era presidente sotto il governo Andreotti, iniziò ad acquistare a prezzi ipermaggiorati gli stabili berlusconiani. Mai era successo prima di allora che l’Enpam acquistasse immobili da un privato (si trattò inizialmente di due alberghi nel milanese), eppure da lì in poi si sviluppò un vero e proprio sodalizio massonico e affaristico che durò fini agli anni novanta e che fruttò a Berlusconi benefici immensi ed uno sbocco commerciale e finanziario provvidenziale. Non era certo un caso che Ferruccio De Lorenzo, ex parlamentare Pli, fosse iscritto alla loggia P2. Mino Pecorelli, scomodo giornalista dell’agenza Op, ex piduista “pentito”, tre mesi prima di essere assassinato (marzo 1979) scriveva a proposito: “Silvio Berlusconi, noto costruttore milanese, è uscito dalle difficoltà finanziarie che lo angustiavano a causa dell’equo canone. […] Per fortuna sua Carmelo Conte , un palermitano dalle mille maniglie, gli ha fatto vendere all’Ordine dei medici appartamenti di Milano2 per 33 miliardi”. Berlusconi, con le sue società e sorretto da anonime fiduciarie e dai finanziamenti del maggiore istituto di credito italiano, la Banca Nazionale del Lavoro, e dal Monte dei Paschi di Siena, che a partire dal 1978 erano ormai saldamente sotto il controllo di dirigenti affiliati alla P2, aveva intanto potuto realizzare la costruzione di diversi centri residenziali, vere e proprie città satelliti, tra cui le più importanti erano Brugherio, con la quale era iniziata l’avventura berlusconiana, la Milano 2 citata da Pecorelli, e Milano 3, in fase di realizzazione. Milano 2, soprattutto, completata nel 1979, fu al centro di uno scandalo dalle grosse proporzioni: Berlusconi, preoccupato dalla svalutazione economica causata dall’inquinamento acustico del nuovo centro, che sorgeva sulla rotta degli aerei in partenza dal vicino aeroporto di Linate, riuscì a convincere praticamente da solo, e con l’appoggio del parlamentare Dc Egidio Carenini (piduista) l’Aviazione Civile a cambiare le rotte aeree a scapito di altri otto comuni del milanese, che si videro invasi dagli aerei. Inoltre, Alitalia, Air France e Klm denunciarono l’assoluta pericolosità delle nuove rotte per le operazioni di decollo e atterraggio. Voci che rimasero inascoltate, o comunque prive di forza di fronte alle carte in mano a Berlusconi: d’altra parte, il Cavaliere godeva nell’affare di tutta la benevolenza della loggia segreta, già ben introdotta nei gangli della Dc e del Partito Socialista, il più forte per tradizione a Milano: tant’è che il progetto andava a nozze con uno dei punti inseriti nel “Piano di rinascita democratica” riguardanti il piano edilizio, ovvero quello che prevedeva una legge che imponesse alle Regioni il ricorso al sistema dei comprensori obbligatori sul modello svedese: esattamente ciò da cui traeva l’esempio la cittadella-comprensorio di Milano 2, per la costruzione della quale Berlusconi si era anche recato in Svezia personalmente.

La longa manus della P2 nei programmi...
- Simone santi -



Il resto dell'articolo segue all'indirizzo:
http://gigionetworking.wordpress.com...na-berlusconi/
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  #2 (permalink)  
Vecchio 02-13-2008, 12:37 AM
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Certo che è possibile ripetere questi errori: quando l'informazione è imbavagliata e il primo cittadino (per potere economico) possiede anche le principali televisioni, può farci credere quello che vuole!!!
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  #3 (permalink)  
Vecchio 02-13-2008, 01:13 AM
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Messaggi: 3
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Stasera il Leader di forza italia è in TV su RAIUNO dal suo amico Bruno Vespa... visto che la Fininvest non gli basta!!!
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  #4 (permalink)  
Vecchio 02-14-2008, 06:54 PM
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Registrato dal: Jan 2008
Messaggi: 11
predefinito ...

Quote:
Originariamente inviata da Greca Visualizza il messaggio
può farci credere quello che vuole!!!
Per fortuna buona parte "dell'opinione pubblica" non è piu di questo parere...^_'

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  #5 (permalink)  
Vecchio 02-14-2008, 06:59 PM
Junior Member
 
Registrato dal: Jan 2008
Messaggi: 11
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Quote:
Originariamente inviata da Lydia Visualizza il messaggio
visto che la Fininvest non gli basta!!!
Ha già plagiato la rai tempo addietro...




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