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![]() Esiste una posizione ideale a tavola per un gruppo di amici?
Hai aperto una discussione carinissima, secondo me!
io sono dell'idea che ognuno dovrebbe scegliere il posto che più desidera, vicino a chi più desidera: a me, quando assegnano il posto, mi incacchio perchè non ci azzeccano mai per cui io, personalmente, non li assegno. Comunque, andiamo alle tue domande, se proprio hai il desiderio di mettere i segnaposto! Io penso che mettere uomini e donne divisi significa che 1) le morose si incavolano perchè non sono vicine al rispettivo moroso e viceversa 2) aggreghi di meno il gruppo. Sull'avvicinare le fasce d'età, dipende dai rapporti che ognuno ha con gli altri. Io ho 26 anni ma vado d'accordissimo con persone molto più grandi di me, per esempio: ma non è sempre vero! Insomma, secondo me devo adattare la tua disposizione al rapporto tra i tanti. Potresti fare una specie di diagramma con i gradi di separazione...:D Sull' avvicinare le persone per interessi sono d'accordo e mi sembra una buona idea!;) Mi sembra buono anche alternare estroversi e timidi. Io sono timidissima e finisce sempre che mi mettono con i timidi e i tristolini e mi deprimo ancora di più. Non lo sopporto! Riguardo l'ultimo punto:mi inviti a cena se hai un amico scapolo?:D Per il resto, secondo me devi adattare il tutto alle persone con cui hai a che fare e alle circostanze. tipo al PUB me ne fregherei se no sembreresti mio nonno, oltre che un pò toccato di cervello!:) Ciao e buona disposizione!!! |
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Ciao Alessandro,
innanzitutto credo che non esistano dei ''tipi'' puri o dei modelli ideali per ''sistemare'' le persone al tavolo. Più che sociologia questo è un campo di psicologia, e cio' a maggior ragione se frequenti sempre le stesse persone. Innanzitutto occorre sapere qual'è il tuo obiettivo: vuoi osservare? Vuoi essere un semplice partecipante o vuoi essere un maestro di tavola? Il tuo gruppo d'amici e' di tipo chiuso o sono ammessi anche sconosciuti (per es. amici d'amici?). Sei estroveso o diffidente? In linea di principio sono favorevole all'inclusione solidale anche se sono molto selettivo nelle persone che frequento. Nel senso che e' importante che tutti partecipino in qualche modo e non ci siano persone che si sentano sole o emarginate. Molto dipende dalla forma del tavolo. Ad es. in un tavolo rettangolare chi si siede a capotavola avra' una scelta limitata d'interlocutori, magari sarebbe il caso d'inserire il nuovo ospite, se c'e', con a fianco o di fronte il proprio ''gancio''. Ricorda sempre che ''non si vive per mangiare'' ma ''si mangia per vivere'' anzi meglio aggiungere ''condivivere'' cioeè''vivere per condivivere''. E' giusto quindi essere solidali anche a tavola ma questo non significa che gli ospiti si devono mangiare tutto! Scusami se sono stato prolisso e...ci vediamo a tavola. :J: |
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Secondo me la migliore soluzione rimane quella di lasciare i tuoi amici liberi di scegliersi il posto dove sedersi.
Se proprio vuoi scegliere i posti, cerca di evitare di mettere i maschi da una parte e le donne dall'altra e non le mettere tutte vicine le persone che più si conoscono altrimenti fanno comunella ed evitano gli altri. |
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Dipende molto anche dal tipo della cena che si sta organizzando, se è una cena di classe, è naturale che si formino delle fazioni e mescolarle potrebbe essere la causa di litigate o peggio (Esperienza diretta). Cene e pranzi di lavoro seguono più o meno la stessa linea, mettere gli operai mescolati con i dirigenti o gli impiegati, non ha molto senso. La cena tra amici beh lo dice la parola, se sono tutti amici vale la regola commutativa: cambiando l'ordine il risultato non cambia.
Riassumendo, a meno che chi organizza non lo voglia fare di proposito, è meglio mettere a tavola, persone con gli stessi interessi e circa con la stessa età. Si diceva sopra che un 15enne si sentirebbe gratificato a stare con i 30enni ma non è prorpio vero, probabilmente i "grandi" tenderebbero a parlare di cose che il "piccolo" ha solo sentito dire da altri e prenderebbe un ruolo passivo oppure potrebbe essere direttamente estromesso o metter in condizioni gli altri di non parlare liberamente perchè c'è "lui". Per me la soluzione ideale in situazioni "informali" è chi primo arriva prima si siede. Ciaoz |
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Parlavate dei timidi;
Per quel che ne sò io i timidi non parlano perchè hanno paura del giudizio degli altri; quindi, un modo per farli parlare sarebbe metterli a proprio agio. Cioè, sistemarli nella tavola assieme a persona simili a lui (aggiungerei: per le quali possa provare empatia?). E non intendo altri timidi, ma altre persona simili come personalità. Tra l'altro se mettete un timido con una persona troppo loquace il timido si sente "schiacciato" e può chiudersi in sè stesso. Tanto l'altro continua a parlare.... (sono opinioni del sottoscritto, niente di certo)
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C'è solo la strada su cui puoi contare, la strada è l'unica salvezza. |
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Carcapippo ha ragione, però fare una tavolata solo di timidi o solo di esuberanti si potrebbe causare qualche problema. Nella tavolata dei timidi, nessuno parla, mangiano e vanno a casa (Tanto vale stare a casa allora). Nella tavolata degli esuberanti parlano tutti con tutti viene fuori un casino della madonna magari bevono anche un sacco di birra-vino-liquori ecc... e finisce in rissa...o anche no!
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Secondo me, ognuno deve essere libero di sedersi dove desidera ma se proprio devi assegnargli un posto fai in modo che non siano vicini maschi con maschi e femmine con femmine, che gli amici non facciano gruppetto escludendo gli altri e magari, se ce l'hai, l'ideale è fare una cena su una tavola rotonda così da poter chiacchierare con tutti!!!
Ciao |
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